La filosofia di Tommaso Rossi fra scienza e antropologia
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to Rossi si troverà a condividere di quei presupposti che avranno
un ruolo importante nella costituzione della riflessione sulla storia
umana basata sulle operazioni di significazione dell’esistente
90
. «La
scienza, la legge e l’arte con poderose virtù e fruttifere operazioni
introdotte nella materia rendonla per ogni parte lucida e penetrevole
alla mente»
91
. Quanto dice Rossi non è vero solo per quanto riguarda
la capacità della mente divina di informare la materia, ma deve fun-
zionare anche riguardo alla facoltà della conoscenza umana di
fare
la
scienza, comprendendo nuove forme della materia. Si tratta, certo,
di forme che sono già contenute nella mente divina, tuttavia questa
operazione di significazione da parte della conoscenza umana,
assot-
tiglia
la materia e la rende
formosa
.
Nella trattazione sulla
Mente sovrana del mondo
Rossi ribadisce il
valore autorevole della natura umana, che diventa creatrice di for-
me
scientifiche storiche e pratiche
. L’ingegno umano è «universale ed
autorevole» e dunque ha la facoltà di illustrare e dimostrare «tutti i
particolari della scienza, della storia e dell’arte». Inoltre, l’uomo ha
dal suo essere mente l’
autorità del volere
, cioè è dotato di volontà libe-
ra, per questo ha
imperio e regno
sulle particolarità «i fatti approvando
o rifiutando, e i non fatti facendo»
92
. La mente umana può fare il
vero, costituendo forme nuove che si esplicano con la scienza, con
l’arte e con la storia. Questo ragionamento non mette Rossi nella
posizione di ammettere un mondo umano diverso da quello divino;
le forme dell’arte e della storia sono vere nello stesso modo in cui
lo sono quelle della scienza. Quando l’uomo crea delle forme non
è
pari
a Dio, ma significa le forme della mente divina che sono in
lui. Nonostante questo aspetto, però, che tiene Rossi molto lontano
dalle acquisizioni vichiane, il filosofo sannita concede all’uomo un
90
Questo tema si incrocia con le questioni relative alle forme di conoscenza e
in particolare all’immaginazione. L’immaginazione come forma di
significazione
e
dunque nel suo valore operativo, avvicina Vico e Spinoza. Cfr., sull’argomento,
P. Cristofolini,
Vico pagano e barbaro
, Pisa, ETS, 2001. Rispetto al legame fra in-
gegno e fantasia in Vico si veda M. Sanna,
La “fantasia che è l’occhio dell’ingegno”. La
questione della verità e della sua rappresentazione in Vico
, Napoli, Guida, 2001. Contro
una critica all’ interpretazione ermeneutica della filosofia di Spinoza cfr. C. Sini,
Archivio Spinoza. La verità e la vita
, Milano, Ghibli, 2005, in particolare cap. XV.
91
T. Rossi,
Dell’animo dell’uomo
, cit., p. 254 (170).
92
Id.,
Della mente sovrana del mondo
, cit., I, 4, pp. 310-311 (37).
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