La filosofia di Tommaso Rossi fra scienza e antropologia
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argomento per togliere all’essenza formale delle cose la cognizione
e il potere di determinarne la durata. Non senza qualche fonda-
mento, questo procedimento di Spinoza può risultare un modo
per distinguere la scienza naturale dalla metafisica. In ogni caso, il
tentativo che farà l’autore dell’
Etica
sarà quello di ricomprendere
questa distinzione nell’idea di
necessità
. L’esistenza di un corpo e
la sua durata è determinata da una serie di cause concatenate tra
di loro. La durata del corpo definisce la durata dell’essere umano,
nella misura in cui senza un corpo, non possiamo essere affetti né
agire nel mondo esterno né, dunque, avere la percezione delle idee.
La durata del nostro corpo, scrive Spinoza non dipende né dalla
sua essenza, né dalla natura di Dio; invece, «è determinata a esi-
stere e ad operare da cause tali, che a loro volta sono state deter-
minate a esistere e ad operare secondo una certa e determinata
regola, e queste ancora da altre e così all’infinito»; la durata del
nostro corpo dipende allora «dal comune ordine della natura e
dalla costituzione delle cose». L’ordine delle cose funziona secon-
do una regola che definisce la costituzione di
tutte
le singolarità, e
da questa totalità di costituzione dipende il modo in cui operano
e interagiscono tra di loro. La conoscenza adeguata di questa re-
gola «sta in Dio in quanto ha le idee di tutte quelle cose, e non
in quanto ha soltanto l’idea del corpo umano»
97
; a partire dalla
sola idea del corpo singolare, nemmeno Dio potrebbe avere una
conoscenza adeguata della sua durata. Bisogna conoscere tutta
l’intelaiatura del mondo, la
facies totius universi
per fare esatte pre-
visioni sulla durata delle cose ma a quel punto le cose verrebbero
concepite nella loro eternità. Le essenze delle singolarità nulla ci
dicono in merito a questa domanda. Restringendo la questione
alla conoscenza umana, essa non ha alcuna conoscenza adegua-
ta della durata delle cose singole
98
. L’intelletto umano è fallace e
limitato, non a causa della sua costituzione materiale, né per la
inadeguatezza della percezione o per un “difetto di essere”, ma
perché la natura delle cose non può spiegarsi solo con le essenze
97
Ivi
,
II, 30, p. 116.
98
Ivi
,
II, 31, p. 117.
1...,53,54,55,56,57,58,59,60,61,62 64,65,66,67,68,69,70,71,72,73,...230