La filosofia di Tommaso Rossi fra scienza e antropologia
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Rossi ritornerà sulla definizione delle essenze e del rapporto
fra essenza e scienza nella terza parte di
Della mente sovrana del
mondo
, dove ha bisogno di distinguere, in funzione antispinozia-
na, l’essenza dalla sostanza.
Essenza dicesi quella che in ciascuna cosa è prima e principale,
donde ogni altro essere alla cosa appartenente procede e dipende e
dove necessariamente insiste, per poter essere a suo modo […]. Da
ciò segue che l’essenza in sé nel suo proprio essere e di per sé per lo
suo proprio essere sossiste; e che è principio e sostegno e subbietto
dell’essere modale o accidentale, conciossiaché il primato dell’essere
manifestamente richiegga che l’essenza non proceda, né dipenda da
altro principio, né in altro principio sossista; che è il medesimo, che nel
suo e pe ’l suo proprio essere aver sossistenza, ed esser ella principio
sostegno e subbietto di ogni essere modale ed accidentale
12
.
L’essenza, insomma, è il sostegno e il soggetto di tutto l’essere
che alla cosa si riferisce. L’essenza non è né modo né accidente,
ma
necessità
e in virtù di questa necessità diventa – afferma Rossi
– un «real sillogismo». Il sillogismo è la forma della scienza e della
verità scientifica. Ma in che senso? L’essenza è real sillogismo e
il sillogismo è una «ideale o ragionevole essenza». Il sillogismo,
come l’essenza, ha in sé principio, mezzo e fine, procede da sé
ed è concluso in se stesso. Ma il sillogismo ha una caratteristica
ancora più determinante riguardo alla scienza. Il sillogismo è una
«scienza minuta», sono assunzioni vere, concluse e singolari che
dipendono da principi più ampi esterni al sillogismo, ovvero da
sillogismi più ampi. Rossi traccia una gerarchia interna alla scien-
12
Ivi
, III, 1, 5, p. 358 (157-158). Per quanto riguarda la sostanza, invece, cfr.
ivi,
p. 359 (161): «Or, ad intendere che sia la sostanza basti avvertire che, quanto
dal principio fino al fine detto abbiamo dell’essenza, tutto è vero della sostanza,
cioè che sia primo essere e principale, onde ogni altro, che modale sia o acciden-
tale dirivi e dipenda; e che, per proprj principj costituita, deggia esser compiuta
e perfetta; e in sé e per sé sossista, e ogni altro essere fondi e sostegna; e, in fine,
che qual è, tal si esprima col suo proprio concetto de’ suoi proprj principj, e di
altro concetto di altra sostanza non abbisogni; giacché, com’è stato detto, es-
senza e sostanza sol si distinguono, in quanto la prima più propriamente si dice
nello stato ideale che acquista col pensamento dell’uomo, e la seconda più pro-
priamente s’intende e appella nello stato reale fuori dell’umano pensamento».
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