Roberto Evangelista
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za, senza cedere nulla sul terreno della certezza
ontologica
della
scienza. La scienza, cioè, non è un sistema di sapere, o un sistema
di
veridizione
, ma è la stessa necessità dell’esistente che dipende
dalle essenze e dalla loro gerarchia. Ogni sillogismo è certo perché
concluso in se stesso, ma allo stesso tempo può essere inserito in
sillogismi più ampi che lo contengono e lo regolano
13
.
Resta da capire, però, quale sia il nesso fra essenza e mente.
Intanto, se la mente esprime l’identità e l’autorità, si vede come
uno degli elementi dell’essenza si ritrovi anche nella natura men-
tale. Ma quello che Rossi cerca è la coerenza delle essenze e la
possibilità di rappresentare, riflettere e significare questa coerenza
nella mente umana. In questa direzione, Rossi tenta una via
ontolo-
gicamente forte
. Non vuole descrivere il funzionamento dell’intellet-
to umano o delle forme di conoscenza, ma cerca la coerenza fra
conoscenza e oggetto conosciuto attraverso la localizzazione e la
caratterizzazione della verità come identità e necessità. Solo spie-
gando questo nesso, la scienza potrà sfuggire al pericolo di avvici-
narsi alla materia, in uno strabismo che apre le porte alla casualità.
Nella coerenza dell’essenza sta il suo grado di realtà. La realtà
è la «convegnenza e consenso degli attributi a costituire l’essen-
za», la somma convenienza, chiarisce Rossi, è «l’ogni comunione
penetrevole di tutti gli attributi, è somma realità e somma potestà
ad essere», la «somma potestà ad essere è necessità», e a sua volta
la «somma e sovrana essenza penetrevole di ogni comunione d’o-
gni attributo colma, è sommamente potente ad essere, ed essenza
necessaria»
14
. L’essenza necessaria e la coerenza degli attributi è
possibile solo grazie alla comunicazione tra le parti, che quanto più
è possibile tanto più è
coerente
, e attraverso l’
autorità
ha la possibilità
di conoscersi e dunque di acquisire
identità
e conoscenza di tutte le
proprie parti in un essere unitario. Questa operazione, per Rossi, è
possibile solo nell’ambito di una natura
mentale
. Ciò che infatti di-
stingue la mente dalla materia è proprio la possibilità da parte della
mente di penetrare la materia e di non essere chiusa in distinzioni
13
Su questo tema cfr.
ivi
, pp. 358-359 (158-159).
14
Cfr.
ivi
, I, 5, pp. 315-316 (44-46).
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