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La filosofia di Tommaso Rossi fra scienza e antropologia
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. Rossi e il mondo senza Dio
Tommaso Rossi (San Giorgio la Montagna 1673 - Benevento
1743) è ossessionato dalla materia. Il filo conduttore di un esa-
me (per quanto parziale possa essere) della riflessione dell’abate di
Montefusco può essere rappresentato dal tentativo da parte sua di
smontare gli argomenti materialisti. La lotta all’ateismo di Rossi è
una lotta che non si deve esitare a definire “senza quartiere” e per
questo motivo non è possibile che le energie del filosofo sannita
non si profondano in un’opera demolitrice del sistema spinozia-
no. Per evitare facili equivoci, però, bisogna affermare che l’opera
di Rossi e in generale il suo arco riflessivo non si esprimono in
scritti pamphletistici. Il trattato sulla
Mente sovrana del mondo
, così
come quello sull’animo umano, non è un trattato che tenta con
argomenti noti di rafforzare una posizione anti-materialistica, ma
esprime una articolazione profonda di alcune questioni filosofi-
che non secondarie e, soprattutto, dimostra di aver acquisito con
consapevolezza alcune accezioni della filosofia “dei moderni”. Il
dialogo di Rossi con le personalità filosofiche del suo tempo o di
poco precedenti è serrato e si sviluppa sia esplicitamente (con i
continui riferimenti a Locke, a Cartesio e ai
novelli epicurei
carte-
siani), sia indirettamente. Rossi affronta infatti alcuni dei temi più
problematici della riflessione filosofica, scientifica e antropologica
oltre che – ovviamente – del sistema
dello Spinosa
, come si vede
nell’opera qui proposta.
Il tentativo di presentare la filosofia di Tommaso Rossi si è pre-
sto confrontato con le questioni che l’abate affronta nei suoi testi
filosofici. È venuta così alla luce la figura di un pensatore inserito
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