La filosofia di Tommaso Rossi fra scienza e antropologia
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ne e del confronto critico col cartesianesimo. Inoltre, l’attenzione
a nuovi oggetti scientifici non può prescindere e non agire sulla
ridefinizione dei compiti e delle modalità di conoscenza. Rossi non
evita di assumersi questo compito e non si limita a rifugiarsi nel
vecchio, sebbene affermi la necessità per la conoscenza umana di
ritornare all’esame delle
forme
.
Il tentativo di riaffermare una scienza che può essere definita
come una scienza qualitativa non significa la semplice, istintiva,
se vogliamo infantile, retrocessione rispetto alle acquisizioni della
modernità, quanto una ridefinizione (seppure nell’alveo dell’orto-
dossia ecclesiastica) del compito dell’intelligenza. Rossi afferma la
centralità della
forma
, della generalizzazione dei principi e dei mu-
tamenti della natura operata dalle
essenze
. L’universale non deve
essere, come vuole Spinoza, ente di ragione o costruzione della
mente umana che ordina arbitrariamente i dati della sensibilità;
l’universale è unità essenziale delle forme dell’esistente, principio
rivelatore dell’ordine della creazione. L’Uno è universalità, e torna
come forma ed essenza universale aprendo all’uomo la possibilità
di intendere il vero volto delle cose.
Rossi si pone, insomma, in dialogo con le acquisizioni della fi-
losofia del suo tempo e si caratterizza come una voce autorevole
tra quelle che descrivono il percorso verso l’illuminismo napoletano.
In Rossi troviamo la ricezione rinascimentale dell’idea di anima del
mondo come
forma
della natura piuttosto che come principio viven-
te; inoltre, la riflessione di Rossi tenta di dare una caratterizzazione
operante all’essenza e all’unità delle essenze, senza che questo diven-
ti un trascendentalismo dal quale l’uomo rimane escluso.
Nel corso di questo saggio si cercherà di approfondire gli ele-
menti e gli argomenti menzionati. In ogni caso, il percorso filo-
sofico di Rossi si trova inserito nella tendenza della nuova defi-
nizione del sapere e delle possibilità che l’uomo ha di accedervi.
In questo senso, anche il discorso antropologico, che dimostra
l’unione della mente e della materia, apre a una visione rinnova-
ta dell’intelletto. L’intelligenza dell’uomo diventa operativa, non
perché si ritrova dispersa in un mondo dominato dal caso e dalla
materia
crassa
, ma perché costretto e votato a superare l’ostaco-
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