Le «borie» vichiane come paradigma euristico. Hybris dei popoli e dei saperi fra moderno e contemporaneo a cura di Rosario Diana - page 446

Marco Vanzulli
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da questo processo è qui deliberatamente respinto: proprio come lo
respinge la coscienza religiosa in atto. Il problema della genesi umana
dell’esperienza della potenza divina resta fuori dell’orizzonte […].
Quando si tratta di “capire”, né il rivivere, né l’intuire bastano più.
Quando si tratta di “capire” occorre uscire dalla limitazione in cui
versa l’esperienza del sacro, e chiedersi per quali ragioni umane sono
nate certe e non altre potenze divine, e per quale processo storico la
coscienza si è determinata secondo una limitazione in forza della quale
stanno di fronte a lei potenze divine così e così determinate
32
.
È opportuno ricordare qui come Vico esprimeva la difficoltà
di questa impresa conoscitiva nella distanza che ci separa da que-
sta sapienza arcaica, distanza dalla nostra mentalità e dalla nostra
diversa strutturazione delle facoltà del sentire e del conoscere:
«dovemmo discendere da queste nostre umane ingentilite nature a
quelle affatto fiere ed immani, le quali ci è affatto niegato d’imma-
ginare e solamente a gran pena ci è permesso d’intendere»
33
. È op-
portuno riportare inoltre le condivisibili osservazioni di Alfonso
di Nola, contenute nella sua
Presentazione
alla
Fenomenologia della
religione
, secondo cui il porre alla base della conoscenza fenome-
nica «un’esperienza vissuta tipicamente irrazionale, inafferrabile e
consumantesi nell’
hic et nunc
esistenziale» comporti «una rinunzia
conoscitiva del momento dell’esperienza vissuta». Ciò non è privo
di conseguenze, perché van der Leeuw,
enucleando le sue ipotesi intorno alla religione, anzi a una religiosità
astratta, intesa come termine del rapporto con l’“altro”metafisicamente
presupposto, èrestatosordoaogni esigenzadi valutazioneantropologica
e storica dei fatti religiosi, che vengono trattati comparativisticamente,
come
bricolage
divelto da ogni riferimento alla realtà delle singole culture:
una posizione che nel campo delle analisi storico-religiose è alla radice
di pesanti mistificazioni. In fondo, egli ha trattato “religiosamente”
la religione, sostenendo, per esempio, la primarietà dell’“esperienza”,
intesa anche come irrenunziabile veicolo partecipato di chi affronta i
32
E. de Martino,
Fenomenologia religiosa e storicismo assoluto
,
cit., pp. 49, 53, 54,
56-57.
33
G. Vico,
Scienza nuova
(1744), in Id.,
Opere
, a cura di A. Battistini, Milano,
Mondadori, 1990,
vol. I, pp. 546-547.
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