Le «borie» vichiane come paradigma euristico. Hybris dei popoli e dei saperi fra moderno e contemporaneo a cura di Rosario Diana - page 445

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Il sacro, il mito e il mondo civile
del sociologico ecc., e sono perciò da considerarsi etnocentriche
–, con l’inclusione del fenomeno religioso nel vitale, nell’umano
tout-court
. La ricerca fenomenologica, con i suoi criteri strettamente
metodologici
28
, col suo rifiuto di una ricerca universale unificante
le diverse esperienze
29
, non impedisce all’autore di intendere deter-
minate credenze religiose come delle «strutture eterne»
30
, ma so-
prattutto fonda la pretesa di cogliere «la vita semplificata e ridotta
ai suoi tratti essenziali». Ora, la “vita” vale qui come la vita umana
nella sua relazione con la
potenza
avvertita dall’uomo religioso. Sulla
scorta del metodo fenomenologico, viene assunto come punto
di vista decisivo sul religioso quello della stessa anima religiosa.
Allora, anche la
potenza
è considerata soggetto che agisce, proprio
come la sente l’anima religiosa stessa
31
. Questa immediatezza ed
evidenza del rapporto tra l’anima religiosa ed il suo oggetto di fede
caratterizza, per van der Leeuw, il rapporto religioso in quanto tale:
vissuto come
senza storia
, esso
è effettivamente
senza storia, vissuto
spontaneamente in modo acritico, esso non viene sottoposto a cri-
tica. Sull’adesione acritica di questo metodo alla supposta evidenza
del proprio oggetto, ha scritto delle pagine di rara chiarezza e luci-
dità ancora Ernesto de Martino:
Ma sono l’
Erlebnis
e l’intuizione strumenti adeguati del “capire”
scientifico? In verità l’
Erlebnis
è un oscuro e ambiguo rivivere, un
mistico essere afferrati e dominati dall’oggetto, senza esser mai sicuri
di quel che appartiene a noi e di quel che appartiene all’oggetto, di quel
che è nuova esperienza religiosa in atto e di quel che invece è scienza
di questa esperienza […]. Qui [cioè nella
Einfühlung
e nell’
Erlebnis
della
“descrizione” fenomenologica] il sacro viene certamente rivissuto
e descritto proprio come appare a chi è religiosamente impegnato:
cioè come un mistero che non si può spiegare, come una potenza
che si manifesta. Ogni tentativo di storicizzare ciò che si prova, di
stenderlo in un processo culturalmente significativo, di farlo risultare
28
Cfr. G. van der Leeuw,
Fenomenologia della religione
, tr. it. di V. Vacca, Torino,
Bollati Boringhieri, 1992, pp. 529-535.
29
Cfr. ivi, pp. 125-126.
30
Cfr. ivi, p. 65.
31
Cfr. ivi, p. 269.
1...,435,436,437,438,439,440,441,442,443,444 446,447,448,449,450,451,452,453,454,455,...500
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