Le «borie» vichiane come paradigma euristico. Hybris dei popoli e dei saperi fra moderno e contemporaneo a cura di Rosario Diana - page 456

Marco Vanzulli
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Esaurimento della funzione civile della religione non significa
allora
ipso facto
esaurimento dello sforzo civile che ha fatto sorgere
la religione stessa. Le forze sensibili e fantastiche che hanno dato
vita al linguaggio, al diritto, alla società devono continuamente so-
stenere il mondo civile. Il mondo umano è una foresta di simboli,
che non si strutturano però secondo degli archetipi extrastorici ed
extrasociali, ma sono il risultato del processo di costituzione della
natura umana
che si origina dalla lotta delle utilità.
Per concludere, se le forze attive originarie dell’anima umana
sono il senso e la fantasia, non dobbiamo incorrere nell’errore di
ritenere che esse siano anche fondative della ragione intesa come
loro epifenomeno. È qui la complessità e uno dei punti di maggior
potenza del pensiero della
Scienza nuova
. La ragione è nel senso e
nella fantasia dei primi uomini – lo si comprende nel carattere degli
universali fantastici, che può anche essere detto, invertendo i termi-
ni, il carattere fantastico del pensiero primitivo –, ma non lo è come
in germe
,
hegelianamente, come l’essenza si cela nel proprio oppo-
sto determinandone il
telos
. In questo caso, la ragione si rivelerebbe
come l’essenza e il senso dell’
essere
e del
fare
delle facoltà “inferiori”.
Al tempo stesso, contrariamente ad ogni primitivismo o irra-
zionalismo, la ragione non è in sé allontanamento dell’uomo dalle
proprie origini o impoverimento dell’essere, perché, così come la
ragione non è l’essenza dell’uomo, neanche le facoltà arazionali,
prese per se stesse, lo sono. Esse non sono perciò deputate a co-
stituire il legame dell’uomo con alcuna potenza originaria, con al-
cun soprasensibile, con alcun archetipo arcano, che conterrebbe il
mistero e il senso dell’essere, e che l’umanità, decadendo, ovvero
razionalizzandosi e tecnologizzandosi, perderebbe. Senso-fantasia
e ragione si completano perciò a vicenda, nessuna delle due com-
ponenti si nasconde dietro l’altra come la verità dietro l’apparenza,
né dona, senza l’altra, accesso al reale. E a quest’ultimo, a sua volta,
si accede soltanto attraverso la costituzione di un mondo umano.
Non siamo neppure in presenza di una soluzione analoga a quel-
la dello storicismo assoluto crociano, in cui il carattere assoluto è
dato dall’idealità di categorie che non sorgono dalla storia, ma la
sostanziano e la rendono possibile. La triade o diade categoriale
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