Le «borie» vichiane come paradigma euristico. Hybris dei popoli e dei saperi fra moderno e contemporaneo a cura di Rosario Diana - page 370

Anna Donise
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saggio da una indagine sulla «nazione tedesca» a quella sullo «spiri-
to europeo» non muta di fatto le categorie di riflessione impiegate
da Husserl, che rimangono sostanzialmente invariate e mostrano
una evidente aporeticità.
La comprensione dell’Europa non trae origine – come abbia-
mo visto – dal dato empirico-fattuale: né da un territorio, né da
un tentativo di «zoologia dei popoli»
67
; trae origine al contrario da
un’idea: «Per quanto possa sembrare paradossale io considero la
nascita della filosofia, di una filosofia che include tutte le scienze,
il fenomeno originario dell’Europa spirituale»
68
, scrive Husserl an-
cora nella Conferenza di Vienna. Proprio come per il Fichte che
Husserl presenta nelle lezioni del ’17 è solo l’elemento ideale e
spirituale che definisce l’esser tedeschi.
Ma l’aporia appare in qualche misura immanente all’idea stessa
dell’Europa, alla sua autocomprensione come del continente che si è
voluto e riconosciuto come spirituale per eccellenza. Lo spirito a sua
volta è l’universale, ma ci sono delle tradizioni nazionali che lo realizza-
no in sommo grado. In Fichte avvertiamo un salto da un movimento
universalmente diffuso del concetto a una sua obbligata fissità;
da un concetto concepito come presupposto necessario perché la
ragione e l’intelletto si diffondano ovunque vi siano esseri razionali
finiti, alla pretesa ch’esso trovi nel popolo tedesco un interlocutore
privilegiato
69
.
67
Questo ovviamente chiarisce – se ve ne fosse bisogno – che la prospettiva
husserliana è lontana da ogni forma di naturalismo o di teorizzazione razziale.
L’universalismo husserliano venne duramente attaccato da un cospicuo numero
di professori vicini al regime nazista. L’universalismo venne considerato come
una sorta di ideologia giudaica, al quale andava sostituita una riflessione sul-
la razza. Il
Meyers-Lexicon
del 1938 è illuminante: definisce la fenomenologia
come un movimento giudaico, «una teoria astratta e improduttiva» (cfr. la voce
«Edmund Husserl» in
Meyer Lexicon
, vol. 5, 1938. Si veda su questi temi D. Mo-
ran, «
Even the Papuani is a Man not a Beast»: Husserl on Universalism and Relativity of
Cultures
, in «Journal of the History of Philosophy», 49, 2011, 4, pp. 463-494).
68
E. Husserl,
La crisi dell’umanità europea
, cit., p. 334.
69
C. De Pascale,
Vivere in società agire nella storia. Libertà, diritto, storia in Fichte
,
Milano, Guerini e Associati, 2001 p. 229.
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