Le «borie» vichiane come paradigma euristico. Hybris dei popoli e dei saperi fra moderno e contemporaneo a cura di Rosario Diana - page 366

Anna Donise
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antinapoleonica, culminata nella battaglia del 1813, nella quale la
Germania si trovò a combattere
una battaglia per l’esistenza. La Germania umiliata a Jena con la
Prussia insorse e vinse. Vinse grazie a nient’altro se non alla forza
dello spirito nuovo che l’idealismo tedesco e colui che un tempo ne fu
il portabandiera, Fichte, vi avevano risvegliato
52
.
Il Fichte di cui ci parla Husserl è «una natura orientata in ma-
niera assolutamente pratica […], riformatore etico-religioso, edu-
catore dell’umanità»
53
. Il suo pensiero ed il significato che può e
deve assumere sono da ricollegarsi idealmente, nella prospettiva
husserliana, al pensiero platonico: «si può dire che in Fichte celebri
la sua resurrezione il modello grandioso, anche se non ancora ma-
turo, dell’interpretazione platonica del mondo»
54
. Ma qual è l’ideale
che propone Fichte? Qual è questo ideale che – da solo – dovrebbe
riuscire a risvegliare uno spirito capace di «insorgere e vincere»? La
grandezza di Fichte sta, nella prospettiva husserliana, nell’essere ri-
uscito a mostrare la struttura teleologica del mondo. L’io fichtiano
è soggetto agente, ma, prosegue Husserl,
52
Ivi, pp. 49-50. Si tenga conto che l’impegno husserliano non è un atteggia-
mento isolato. Negli stessi anni, al contrario, molti intellettuali tedeschi diedero
vita a un vero e proprio movimento di sostegno alla politica militarista tedesca.
Intellettuali e artisti, come Thomas Mann, professori universitari in particolare
di discipline umanistiche, come Scheler, Meinecke o Troeltsch, a livelli diversi
e con diverse posizioni, vollero sostenere il proprio governo con teorie giusti-
ficazioniste e avvalorare la tesi della guerra difensiva. Una corrente di pensiero
che di lì a poco sarebbe stata definita “idee del 1914”, nella quale confluivano
l’insoddisfazione per la situazione politico-culturale della Germania nello scena-
rio internazionale e al contempo l’idea di un accerchiamento da parte delle altre
potenze che intendevano stroncare sul nascere ogni rivendicazione tedesca sul
piano della politica mondiale. Si veda ad esempio: Th. Mann,
Pensieri di guerra
(1914), in Id.,
Scritti storici e politici
, tr. it. di M. Battaglia, Milano, Mondadori,
1957, ma anche il più moderato E. Troeltsch,
Die Idee von 1914
, in Id.,
Deutscher
Geist und Westeuropa. Gesammelte Kulturphilosophische Auflage und Reden
, a cura di H.
Baron, Tübingen, J.C.B. Mohr (P. Siebeck), 1925, pp. 31-58.
53
Ivi, p. 51.
54
Ivi, p. 65.
1...,356,357,358,359,360,361,362,363,364,365 367,368,369,370,371,372,373,374,375,376,...500
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