Le «borie» vichiane come paradigma euristico. Hybris dei popoli e dei saperi fra moderno e contemporaneo a cura di Rosario Diana - page 27

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Borie e immaginazione
che il percorso di Vico non sia stato tendenzioso, che abbia avu-
to molto meno da difendere rispetto ad altre letture, come quella
leclerchiana, «perché il suo concetto di storia non dipende dalla
soluzione di questi problemi»
38
. Se non vi fosse ingegno, non vi sa-
rebbe possibilità per l’uomo di scoprire e di far scaturire elementi
del tutto nuovi:
propria hominis natura
nel
De antiquissima,
«è la facol-
tà di unificare cose separate, di congiungere cose diverse», cioè di
assemblare parti di nature diverse. Per Vico è simultaneo il proces-
so di oscuramento del significato e la formazione di nuove natu-
re, visibili in corpi nuovi, assolutamente dipendenti dall’avvenuto
oscuramento
39
. E conseguenti a un mescolamento deturpante de-
rivato da una contaminazione con fantasie precedenti, così come
aveva pur precisato Bacone
40
, che insieme a questo aveva chiarito
esplicitamente che l’operare dell’intelletto umano è del tutto uni-
forme e non è in grado di conoscere il nuovo senza assimilarlo al
già conosciuto
41
. La sinonimia latina, che Vico sottolinea nel
De
antiquissima
, tra
natura
e
ingenium
, rinvia a un lento cambiamento e
a una migliore definizione del concetto di “natura”. Questa mes-
sa in discussione dell’idea di “natura” si verifica nel passaggio da
una “natura incertissima” («indaghiamo la natura delle cose perché
sembra certa: non indaghiamo la natura degli uomini perché è resa
incertissima dall’arbitrio»
42
) a una natura “certa” perché effetto di
una nascita certa («natura di cose altro non è che nascimento di
esse in certi tempi e con certe guise, le quali sempre che sono tali,
indi tali e non altre nascon le cose»
43
).
Il ricorso alla dinamica immaginativa pare essere funzionale all’in-
dividuazione della Boria come elemento di descrizione dell’origine:
38
M. Sina,
Vico e Le Clerc: tra filosofia e filologia,
Napoli, Guida, 1978, p. 105.
39
Riferimenti interessanti su questo punto si possono trovare in S. Caianiello,
Processualità e temporalità in Vico,
in M. Sanna - A. Stile (a cura di),
Vico tra l’Italia
e la Francia
, Napoli, Guida, 2000, pp. 287-309.
40
F. Bacone,
Novum organum
,
I, 54, cit., p. 27.
41
Ivi,
I, 45, p. 22.
42
G. Vico,
De ratione
,
cit., p. 65.
43
Sn44
, Degnità XIV, p. 500.
1...,17,18,19,20,21,22,23,24,25,26 28,29,30,31,32,33,34,35,36,37,...500
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