Le «borie» vichiane come paradigma euristico. Hybris dei popoli e dei saperi fra moderno e contemporaneo a cura di Rosario Diana - page 26

Manuela Sanna
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essere ripieni», tempi pieni di fatti «de’ quali debbon esser vuoti»,
«tempi uniti che si devono dividere» e infine, «tempi divisi che deb-
bon esser uniti»
35
.
In questo modo sta descrivendo insieme anche la modalità
dell’ingegno, connotato nel
De antiquissima
come facoltà in grado
di «congiungere cose lontane e diverse», di scoprire unificando.
Obiettivo del nesso ingegnoso-acuto è di esprimere una “comu-
nità di ragione”, di presentare quel che le idee hanno in comune
e ciò che si manifesta uniforme. La formulazione vichiana dell’in-
gegno e delle sue caratteristiche più peculiari è una risposta atipi-
ca alle domande formulate all’inizio: l’oggetto della
fabula
separa
ingegno e fantasia nell’ambito della stessa facoltà ed elimina la
possibilità di conferire il valore poetico dell’immaginazione fanta-
stica alle verità puramente intellettuali. E Boria dei dotti è anche
una lettura esoterica del mito e del rapporto tra Boria e Favola.
Le favole, formate da «fantasie robustissime» e perciò stesso «ri-
sveglianti la meraviglia»
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procedono dunque in maniera inversa
rispetto alla funzione delle borie, se sono invece un espediente
che serve a dissolvere la meraviglia. Le Favole non contemplano
il principio di errore o di falso, sono narrazioni vere perché nate
in un periodo in cui gli uomini
fingunt simul creduntque
, e le borie,
in particolare quella dei dotti, fungono da guida in una forma di
consapevolezza dell’interpretazione storica della favola, e nell’ab-
bandono, dietro ascendenza dell’
Ars critica
di Leclerc (1686), della
lettura allegorica.
È facoltà specifica dei filosofi, i più corretti nell’impostare il la-
voro dell’ingegno, «vedere qualità simili in cose di gran lunga lon-
tane e diverse»
37
e così, tramite ingegno, mettere insieme analogia
e principio di uniformità. E appunto questo vuole fare Vico: uni-
formare con il senso comune tutte le nazioni e sventare la possi-
bilità che una nazione possa prevalere su un’altra, argomento falso
portato avanti dalle borie. E in questo caso è difficile ammettere
35
Sn44
, p. 788.
36
Ivi, p. 441.
37
G. Vico,
De ratione
,
a cura di A. Suggi, Pisa, Ets, 2010, p. 51.
1...,16,17,18,19,20,21,22,23,24,25 27,28,29,30,31,32,33,34,35,36,...500
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