Le «borie» vichiane come paradigma euristico. Hybris dei popoli e dei saperi fra moderno e contemporaneo a cura di Rosario Diana - page 120

Enrico Nuzzo
120
so di cose umane civili non fecero Cartagine, Capova, Numanzia»
(nei primi due casi appunto per ragioni “materiali” e soprattutto
strettamente “climatiche”), quelle pagine appaiono un documen-
to eloquente dell’essenziale impegno dell’autore a determinare i
caratteri dei popoli e dei correlativi costumi e delle conseguenti
forme politiche, da un lato sul fondamento di fattori “geografici”,
dall’altro sulla base delle religioni e della coltivazione delle arti, del-
le lettere, delle scienze. Dove però almeno il secondo di questi due
ultimi ordini di fattori (per il primo le cose restano più complicate)
a sua volta sembra debba rinviare in ultimo al primo: anche se
Vico non assume il compito di effettuare una chiara trattazione dei
rapporti di causalità tra fattori “naturali” e “culturali”, di porre e
discutere il tema dell’incidenza del “ritorno” dei secondi sui primi.
Certo è che preliminarmente occorre rivolgersi alla fenome-
nologia delle diverse influenze dei climi: del «freddo
Settentrione
»,
che induce a «huomini
assai duri, e sofferenti
» (o «di menti pigre»);
della «
Zona temperata
, dove nascon’
huomini d’aggiustate nature»
(con
la relativa «
mollezza dell’Asia
»); del «
Mezzogiorno
», che abbonda di
«popoli troppo
deboli o parchi
» (per cui anche l’eccesso di frugalità
denota una condizione di costumi non equilibrati). Quindi si dà
una fenomenologia delle religioni che spazia da quella vera cristia-
na, passando per religioni «
mansuete
» (come la cinese) a religioni
rozze fino ad essere «
fantastiche, e fiere
» (come la giapponese); o della
coltivazione delle «
lettere
» (presso i cinesi) e delle «
scienze
» (decisive
nell’ultima versione per individuare le ragioni perché nella sola
Europa vi siano molte «
Repubbliche popolari
»)
86
.
Nel clima si riconosce dunque nuovamente il fattore primigenio
e persistente della «diversità», che deve coniugarsi con quello “strut-
turale” delle «stesse utilità o necessità della vita» (che a loro volta si
danno diversamente nei diversi siti naturali), secondo la sequenza:
«climi» / «diverse nature» / «costumi diversi» («per lo più diverse ed
alle volte tra lor contrarie costumanze di nazioni») / «altrettante di-
verse lingue, quant’esse [nazioni] sono, diverse»: lingue che però non
costituiscono separati orizzonti di vita, di senso, perché attraverso di
86
Cfr.
Sn30
, pp. 367-368,
Sn44
, §§ 1088-1092, pp. 953-955.
1...,110,111,112,113,114,115,116,117,118,119 121,122,123,124,125,126,127,128,129,130,...500
Powered by FlippingBook