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Della mente sovrana del mondo
La distinzione e la terminazione è all’estensione ed al numero
essen­ziale; e, per tanto, a’ medesimi è ancora essenziale l’avere
principio estrinseco ed estrinseco fine. Né, quanto fa al proposi-
to, è alcun divario fra l’estensione e ’l numero. Perché, trattandosi
di numero, che fa la sola distinzion reale, né la divisione aggiun-
ge ostacolo al numero, perché non sia infinito, né la continuazio-
ne rimuove niuno impedimento all’estensione, perché sia. Ov’è,
adunque, nella material sostanza la cagione includente dell’infinità?
Non vi è più tosto l’escludente, che fino a qui abbiamo esplicata?
Si può a qualunque cosa niente attribuire senza cagione che inclu-
da, e di più con cagione che escluda l’attributo? È questa, /151/
cognizione vera o vano fingimento? È sapere o capriccioso volere?
Qui ancora, in questa definizione, lo Spinosa segue l’illusione del
senso e della immaginazione. Nella prima definizione, perché il
senso ci presenta, e l’immaginazione descrive la materia esistente,
quindi prende motivo di definire perché la materia sia di sé causa,
e che da sé esista. E in questa seconda, non perché il senso e l’im-
maginazione rappresenti la materia infinita, che è impossibile, ma
perché la magnitudine eccede l’attività di quelle potenze, si diter-
mina a volere perché sia e perché da sé sia infinita.
Né si può dire che non alcuna delle unità o parti, ma esso nume-
ro sia infinito. Imperocché il numero, cioè l’adunanza o la somma,
non è cosa reale, ma ideale. Il numero è nell’idea che l’osserva e
’l raccoglie ed aduna, non è nelle cose. Fuori dell’idea non vi è
che le unità o parti, che fra loro realmente distinte con reale co-
municazione non convegnono in un esser reale. Perché, quanto
alla /152/ continuazione delle parti nell’estensione, già abbiamo
avvertito che nel proposito della presente quistione non giova,
come nel sincero numero non nuoce la divisione. Adunque, qual
cosa è nell’estensione e nel numero che richiegga l’infini­tà? Qual è,
cui l’infinità si debba concedere? Vuolsi forse il sublime attri­buto
dell’infinità donare al nulla? È questa scienza o ignoranza, un reale
attributo ad ideale soggetto attribuire?
Lo Spinosa non solamente senza includente cagione niuna, ma
di più senza reale soggetto dell’attributo, vuol che alla materia si
conceda l’infinità. Tal è la vanità de’ suoi ragionamenti.
Vanità dello
Spinosa
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