146
Tommaso Rossi
commendando l’infinità della materia, e aggiugnendo che la mate-
ria dalla cogitazione non può esser terminata, viene a dire che la
materia è in ogni genere infinita, e che ella sia l’unico e solo infinito
nella natura. /139/ Basterebbe dire, in contrario, che lo Spinosa
con niuno argomento pruova l’infinità della materia, neppure ri-
stretta al suo proprio genere, non che l’ampia e in ogni genere
assoluta; e basterebbe aver discoperto il suo ingannevol modo di
ragionare; ma per l’importanza della verità di che trattiamo, è qui
in ogni modo da dimostrare che la materia non è in niun modo in-
finita, e che in ogni modo assolutamente infinita è la mente. Prima
dimostreremo che l’infinito non può aver luogo nella materia, e
poi che necessariamente nella natura mentale sia da riporre.
Coloro che sostengono l’opinione che l’infinito con realtà tutta
pre­sente rinvenir si possa nell’estensione e nel numero, non bene
han penetrato né l’essenza di quelle due cose, né la ragione dell’in-
finito. L’estensione e ’l numero di per sé considerati sono essenze
indifferenti, incerte e indeterminate; e reali essendo, come sono
in questo risguardo infinite; in quanto con quante si voglia giunte
giammai al fine non per­vengono, ma sempre maggiori /140/ es-
sere e maggiori possono conce­pirsi: così per la medesima cagione
dell’incertezza, indifferenza e inditerminazione non sono né esser
deono infinite con vera reale infinità, che ogni essere a loro appar-
tenente realmente tutto in atto presente contenga. L’una e l’altra
proposizione, la prima, della natura dell’estensione e del numero, e
la seconda, della ripugnanza delle medesime cose alla verace reale
infinità, sol con esplicarne le nozioni di leggieri si dimostrano.
L’estensione e ’l numero non sono cose per costituzione di
principj certe e diterminate; ma ad essenze già costituite e perfette
nell’esser loro, l’una estendendo e l’altro moltiplicando, avvengono.
Imperocché, quello che già è costituito e perfetto e compiuto nel
suo essere, con giunte di nuove parti e nuove unità, si estende e si
moltiplica. Il numero e l’estensione sono gli estremi modi e, diciam
così, gli estremi proventi delle cose. Niuna ragione in loro di cer-
tezza, differenza e diterminazione né si dee ricercare, /141/ né per
qualunque ricerca si può ritrovare. Più tosto, si dee ricercare e si
può ritrovare nell’essenze delle cose già costituite e compiute e per-
La vera infinità
non può aver
luogo nell’e-
stensione e nel
numero
L’estensione e
’l numero, sono
di per sé incerte,
e indifferenti
essenze, e indi-
terminate
1...,136,137,138,139,140,141,142,143,144,145 147,148,149,150,151,152,153,154,155,156,...230