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Della mente sovrana del mondo
stamente inferire che non sia, perché l’illazione si farebbe senza
causa escludente. E se un essere non si vegga da niuna causa esclu-
so, per questo noi non possiamo inferire che sia, perché l’illazione
affermativa si farebbe senza causa includente. Finalmente, tanto le
cause includenti, quanto l’escludenti, elle esser deono idee o con-
cetti o ragioni esplicate e spedite da esse cose. È falso, adunque,
che generalmente ogni volta che una cosa non può intendersi non
esistente, si dee tenere per certo che quella necessariamente esista,
e che sia di sé causa, come intende diffinire lo Spinosa.
Per conchiudere con sicurezza la necessaria esistenza, e l’esser di
sé causa, fa uopo vi sia concerto o idea o ragione dalla natura della
cosa esplicata, che implichi l’esistenza, com’esso Spinosa diffinisce
colla prima proposizione; ovvero escluda e stermini la possibile
nullità o non esistenza, giusta le regole de’ nostri giudizj a tutti note
e da tutti accetta­te. Il nostro non intendere non è causa valevole
né a includere, né ad escluder /124/ nulla. La mente nostra non
ha tutte l’idee, e tutte le ragioni dell’essere e del non essere. Infinite
maraviglie vi sono che il senso accerta, e tuttavia essere non inten-
diamo, perché non abbiamo cagioni che inchiudano que’ misterj
della natura; e altre non poche, che non sono, né esser ponno, non
possiamo intendere che non sieno, perché le cagioni esclusive ci
sono nascoste. Chi si risolve a negar quello di che non ha cagione
inclusiva, senza che abbia l’esclusiva, o ad affermar quello di che
non ha cagione inclusiva, non avendone l’esclusiva, è vano, leggie-
ro, presuntuoso e temerario. In ogni modo, senza cagione inclusiva
niente affermare, e senza cagioni esclusive niente negare possiamo.
Per discendere al paricolare, lo Spinosa con questa sua diffini-
zione vuol fare apprendere che la materia necessariamente vi sia, e
che ella sia di sé causa; che è il medesimo che volere concedere alla
materia l’autorità, il primato e ’l principato dell’essere. E, disperan-
do di poter trovare nella materia /125/ idea o concetto o ragione
niuna essenziale inclusiva dell’esistenza, si è rivolto al nostro o più
tosto al suo non intendere; e, quello prendendo per causa esclusi-
va della possibile nullità o non esistenza della materia, vuol che si
conchiuda che la materia non può essere non esistente, e pertanto
che ella sia di sé causa. Posta da banda la prima proposizione, che
Generalmen-
te, dal nostro
non intendere,
non si può il
non essere argo-
mentare
Senza cagione
includente niente
affermare, e
senza cagione
esclusiva niente
negare possiamo
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