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Tommaso Rossi
perfetta, onnimoda identità; e noi /148/ abbiam dimostrato che
quello involgimento in sé involge tutti que’ pregi che e’ non inten-
de; e che quella maravigliosa essenza cotanto pre­gevole è l’essen-
za mentale. E in questa seconda definizione [lo Spinosa] descrive
l’infinito; non avvertendo che l’essenza infinita, ancor essa dee
con seco avere principio e fine intrinseci, colla stessa comunica-
zione e penetrazione di vera, perfetta, onnimoda identità; e noi
dimostraremo che quella essenza debba con sé avere tutte quelle
doti che egli non ha avvertito; e che ella, tal quale la descriviamo,
è la medesima essenza mentale. Nel precedente ragionamento
abbiam provato che la natura materiale non può essere infinita,
perché non ha principio e fine intrinseco. Con tutto ciò non con-
fesseranno gli spinozisti, che vi sia un tale infinito con intrinseco
principio e intrinseco fine, che per loro è un viluppo di contradiz-
zione; né per forza di quello argomento sono costretti a confes-
sarlo; perciocché, da questo che non vi possa essere infinito con
principio /149/ e fine estrinseci, non segue che vi debba essere
con principio e fine intrinseci. È adunque uopo altri argomenti al-
legare, se vogliamo accertare il vero e convincer coloro. E prima,
per fare un esatto paragone delle due nature, è uopo un poco più
oltra brigarci ad esplicare le ragioni della natura materiale, e per
tutto della vera infinità dimostrarla incapace.
L’onnimoda real distinzione tante volte mentovata è la vera ca-
gione di questa impossibilità. La distinzione, che tutta la sostanza
materiale in parti distingue, tutta insiememente la ristringe e finisce
e termina da ogni lato. Distinguendo le parti, l’une dall’altre esclu-
de; sicché ciascuna parte nel suo proprio minuto essere conchiude,
e l’esclude dall’altre. Il finire e terminare è della distinzione proprio
ed essenziale. La distinzione è essa finizione e terminazione. Ma
l’onnimoda distinzione, qual è quella che la materia per ogni verso
dilacera, conduce l’affare all’ultima estremità; perciocché, cotanto
distingue e /150/ termina, che o giugne agl’indivisibili o, distin-
guendo e terminando, trascorre in infinito. È adunque la sostanza
estensa e numerosa della materia tutta in sé distinta e terminata per
ogni parte. Niente nella materia può essere o si può pensare che
non sia distinto e terminato.
Nuovamente si
dimostra la na­
tura materiale
di vera infinità
essere incapace
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