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Tommaso Rossi
eccesso? Della certezza e diterminazione è ugualmente certo che
debbano all’infinito convenire. Non intendiamo qui di quella cer-
tezza e diterminazione che restringe e limita e particolareggia le
cose, ma di quella per cui le cose con presente realità sono tutto ciò
che esser deono, ed hanno tutto ciò che deono avere. E di quella
incertezza intendiamo che altro non è che abilità o possibilità o
potenza ad essere ciocché non si è, e ciocché non si ha ad avere.
L’infinito è tuttociò che vi può essere, ed ha tutto /144/ ciò che
si può avere: è adunque l’infinito certo e diterminato, com’è per-
fetto e pieno con amplissima real contenenza di tutto il real essere
che l’appartiene. E se così è, com’è sicuramente, l’infinito aver dee
principio e fine; poiché né pienezza, né perfezione, né ditermi-
nazione, né certezza senza principio e senza fine si può neppur
fingere col pensamento.
Per iscovrire il fondo di questa verità, fa di mestieri distinguere
due generi di principj e di fini. L’uno è intrinseco, per comunione
d’identità con tutto l’essere della cosa connesso. L’altro è estrinse-
co, senza comu­nione niuna d’identità. L’infinito certamente non
può avere principio e fine estrinseco, perché nel tempo medesimo
sarebbe finito e infinito; ma ben può e dee avere principio e fine
intrinseco, perché altrimenti sarebbe incerto, inditerminato e im-
perfetto, sarebbe insieme e non sarebbe affatto. L’infinito dell’e-
stensione e del numero principio e fine né intrin­seco, né estrin-
seco può avere. Non intrinseco, perché /145/ l’estensione saria
inestensa, indistinta e indivisibile, e ’l numero sarebbe scempio,
indistinto e indiscreto, e sarebbon tali per la comunione d’identità,
che ’l principio e fine intrinseco vogliono aver seco necessaria-
mente. Non estrinseco, perché l’infinito sarebbe finito, e questo
sarebbe quello. L’e­stensione e ’l numero, che intrinseco principio
e fine non ponno avere, estrinseci aver gli deono necessariamente,
se realmente vi deono essere, perciocché il principio e ’l fine che
gli ristringono e terminano, quelli eziandio sono che certezza loro
arrecano e diterminazione e convegnente perfezzione. Essendo
eglino, come già detto abbiamo, di per sé incerti, indifferenti e in-
determinati e imperfetti, per difetto di principi costitutivi, il princi-
pio estrinseco e l’estrinseco fine succedono all’uffizio; e nell’essere
Si distinguono
due generi di
principj e di fini
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