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Della mente sovrana del mondo
avere, e che per riconoscere il vero e per /112/ acquetarsi altro che
questo non dee cercare. Né gli atei si sbrigano dalla difficoltà con
negare l’idea innata, che noi per altro con forti argomenti abbiam
provata: perché quanto è stato detto dell’idea dell’uomo, tanto si
dee dire dell’idea del mondo, la cui significazione è di quella nien-
temeno costante, necessaria e infallibile, perché ugualmente natu-
rale. La significazione dell’idea cieca del mondo, se cede all’idea
dell’uomo che è lucida, qual ella non è, l’avanza perché è magnifica
ed universale, qual non è l’idea dell’uomo; né vi manca ogni luce.
L’idea del mondo, somma sovrana universale infinita, è naturale;
e naturale altresì è la sua significazione di suprema ed autorevole
mente onniscia, onnipotente. Questa significazione è costante, ne-
cessaria, infallibile. Gli atei non possono dissimular la significazio-
ne, perché opera maestrevole, con sommo ordine, potere, utilità
e dilettamento, somma sovrana universale e infinita, somma nella
ragione e somma nell’arte, e chiarissima significazione /113/ di
sommo sapere e sommo volere e potere. Né possono inficiarne
la verità, perché la natura, siccome è costante, necessaria e infal-
libile nell’operare, così è ancora costante, necessaria e infallibile
nel significare. Questo solo argomento, la cui forma metafisica è
nuovo nostro pensamento, basta per convincere ogni uomo, in cui
i principj dell’errore e’ principj del senso ogni lume di ragione non
del tutto abbiano dissipato ed estinto.
Ora vegniamo a dire del famoso argomento del Cartesio, quanto da’
cartesiani tenuto in pregio, tanto dall’altre scuole dispregiato. Per iscer-
nere il nodo che quel filosofo ha inteso di stringere e conchiudere, è
uopo distinguere più generi d’idee, ed altre cose spianare, che all’idee
appartengono e fanno al proposito nostro. Vi sono adunque delle idee
che etipe dobbiam nominare, le quali l’uomo, dalla materia circostante
ricevendo gli esempli o indicj, dentro di sé riforma e riproduce. E vi
sono altre idee, che archetipe possiamo appellare, che l’ingegno plasti-
co /114/ dell’uomo dentro di sé e da se medesimo produce e forma.
Prima di dir nulla del terzo genere, vediamo qual sia la regola da poter
discernere le idee vere dalle non vere.
Le idee del primo genere, che le cose già fatte rassomigliano,
allora sono vere quando le cose che realmente sono e come sono
Si spiana la via
per ben intendere
la dimostrazione
Cartesiana
Regola di discer-
nere le idee vere
dalle non vere
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