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Tommaso Rossi
dinata e modale; e, anche per questo motivo, questa senza quella
non si può avere a niun patto. La cognizione del finito essere men-
tale non altrimenti che nella cognizione del mentale infinito, come
una modificazione dell’infinità, può stare. Ella, perché di essere
congiunto, precede tutte le idee degli esterni particolari, ma dalla
nozione dell’infinito, almeno per natura, come da suo principio è
preceduta. La cognizione dell’infinito mentale, che è di Dio l’idea,
ella forsi essenziale dee essere alle menti pure, ma all’impuro men-
tale dell’uomo, per la variabil condizione della materia congiunta,
non è essenziale ma innata. Per la qual cosa l’idea della materia
e l’idea di Dio, ancora, nascono, crescono, si dilatano, dichiarano
/93/ e giungono alla perfezione, seguendo i momenti della variabil
cognizione dell’uomo. Né da questo segue che quelle idee o avven-
gano da poi, perché nel fine acquistano perfezione, o che debbano
essere perfette, perché nascono coll’uomo. Il qual temperamento,
non conosciuto, ha indotto il Loke nell’errore.
La quinta dimostrazione, che dall’ogni convegnenza di ogni at-
tributo, che è somma realità e potestà ad essere, ed è essa necessità,
dopo sublimi intelletti abbiamo illustrata, è dell’innata di Dio idea
una espli­cazione, ed è di quella convincentissima pruova.
Il glorioso Iddio, che non può per le cause che non vi sono, e
può, per gli effetti che vi sono, essere conosciuto; per l’idea innata
e per quella corrispondente dimostrazione è di per sé noto. Perché
l’idea dirittamente l’addita, e perché la dimostrazione, quanto con-
vince che somma realità sommamente perfetta necessariamente è
reale ed esistente, tanto pruova che necessariamente è nobile e
nota; l’infinito, necessario e universal /94/ essere divino è di per
sé noto. La qual chiarezza nondimeno, in altri la perversità del
filosofare che non coltiva i primi sensi dell’intelligenza, in altri le
violenze del senso che tutto il regno della ragione conturbano,
sogliono adombrare.
L’idea di Dio
nelle menti
pure dee essere,
e nell’impure
innascere.
Come Iddio sia
di per se noto
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