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Della mente sovrana del mondo
Rimane a vedere se sia potuto uscire dalla natura dell’uomo
senza divina comunicazione: ed è evidente che no; perciocché
imitazione ed espressione di divina essenza, suprema, universale,
infinita, naturalmen­te dal finito particolare e dipendente essere
della natura dell’uomo, cir­coscritta ogni divina comunicazione, è
impossibile che provegna. Siccome nella cognizione da dissimile
obbietto dissimile idea non può dipendere, così nella generazione
/117/ da dissimile principio dissimile forma non può provenire.
Ugualmente nella cognizione e nella genera­zione simile da simi-
le in ogni modo proceder dee, nella cognizione per lucide idee
e lucide espressioni, e nella generazione per cieche. È evi­dente
che è affatto impossibile che da dissimile principio dissimile fine
proceda in qualunque genere di cose. L’idea innata di Dio dalla
natura dell’uomo per reali cieche idee ed espressioni, e sì l’idea di
supremo, universale, infinito essere divino dal finito, particolare e
dipendente essere della natura dell’uomo, come simile reale forma
da simile reale principio dovria procedere; il che è una certissima
e chiarissima impossibilità. Ed ecco la dimostrazione del Cartesio.
L’idea di Dio innata non può dall’ingegno dell’uomo, né dalla
materia circostante, né dalla natura dell’uomo senza ogni comuni-
cazione divina esser procreata: ella dunque, poiché reale e naturale
essendo, non è potuta uscire dal nulla; rimane che da supremo
universale e infinito real /118/ essere divino in ogni modo dipen-
da. Così, con questa nuova nostra spiegazione del vero senso del
Cartesio, a tutte le calonnie degli opposi­tori quella, come il Du
Hamel l’appella, illustre dimostrazione abbiam liberata sicuramen-
te. E con ciò sia conchiusa questa fastidiosa disputazione delle
idee, a sol fine di dichiarare e confermare quel cotanto contrastato
argomento, intrapresa. /119/
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