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Tommaso Rossi
con alcuna ipotesi, possiamo d’altra parte più confermare e illu-
strare questa importante dottrina.
Se ’l mondo, che è bruto e cieco, in sostanza lucida e intelligen-
te tra­mutar si potesse, in tal caso certamente egli tutto l’ordine
e tutto il suo ingegno intenderebbe; e allora la sua significazione
sarebbe insieme intelligenza; e, con intendere la sua significazione,
il sommo Autore, a se medesimo significando, intenderebbe. E,
all’incontro, se una mente pura in bruta e cieca sostanza potesse
degenerare, allora, tutto /97/ l’ingegno, bruto e cieco rimanendo,
non intenderebbe ella il suo ingegno, ma sola­mente ad intelligenza
il potrebbe significare. Con queste ipotesi vegniamo ad intender
meglio che una mente pura, i raggi della intelligenza per tutte, di-
ciam così, le fila del suo proprio ingegno vibrando, il suo proprio
ingegno e in quello la significazione divina intende; e con questa
intelligenza l’idea del sommo ingegno e del sommo poter divino
aver dee sicuramente. È, adunque, alla mente di per sé considerata,
naturale la significazione e la nozione divina.
La mente dell’uomo è ella invero, per lo contagio della materia,
impu­ra e caliginosa; ma nulladimanco non lascia di essere ciocché
ella è, e in quelle ombre e con quegli ostacoli conserva le sue na-
turali facoltà. La costituzione dell’uomo può della mente alquanto
adombrare, ma non può del tutto annullare l’intelligenza. Adunque,
la mente dell’uomo, ancora, intende il suo ingegno e significa e
intende insiememente il divino principio; e questa significazione
/98/ e intelligenza divina è alla mente dell’uomo connaturale. Se il
corpo dell’uomo potesse così stare che la luce, che fedel ministra
è della mente, tutto l’irraggiasse e tutte le parti della macchina illu-
strasse, in questo caso la mente tutta la modificazione e ’l proprio
suo ingegno, col quale i numeri e le dimensioni e le forme materiali
in uno raccoglie, chiaramente scernerebbe; e nel suo ingegno la
significazione divina, con tanta chiarezza quanta più in mente di
uomo può capere, intenderebbe.
L’idea di Dio, che nel presente stato è nell’uomo confusa alquan-
to ed oscura nel principio, si distingue e si dichiara co’ momenti
della vita e dell’intendimento. Ma non perché è nel principio im-
perfetta si dee negare che sia innata; anzi, attesa la costituzione
La mente pura,
come il suo
proprio essere,
intenda
La mente
dell’uomo, tutto
l’ingegno del suo
corpo intenderia,
se per tutto l’in-
terna luce potesse
vibrare
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