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Tommaso Rossi
dire che il comune consenso degli uomini dal principio naturale
interno della significazione dell’idea dell’uomo unicamente prove-
gna; il qual poi nell’incontro maggiormente si compia e si dichiari
col principio esterno dell’esterna significazione del mondo.
Ma questo comune /110/ consenso, per dir questo di passag-
gio, egli è nondimeno un fortissimo e gravissimo argomento della
Divinità; nel quale insiememente è somma ragione e somma auto-
rità. Per la significazion della natura, che è infallibile, vi ha somma
ragione; e per l’universal senso degli uomini, che è irrefragabile, vi
è somma autorità. Che l’autorità di tutti gli uomini di tutti i luoghi
e tempi sia somma, egli è cosa cotanto manifesta che non fa uopo
di più parole. Né l’eccezioni del Loke [a proposito] degli Atei che
vi sieno, parte false e parte insufficienti, vagliono ad estenuarla.
Sicché la sola infallibilità della natura rimane a dover dimostrare.
Noi ne accennammo la ragione in un de’ precedenti discorsi, che
ora convien meglio dichiarare.
La costanza e infallibilità della natura, che è la stessissima natu-
ral necessità, dopo le sovranaturali essenze non ha altra di sé mag-
giore che l’avanzi; e agli atei la natura è il primo sommo e sovrano
essere universale e infinito. Il Dio degli atei è la natura. È adunque
l’operare, e così il significare della natura, /111/ sommo, sovrano,
universale e infinito, qual è l’essere, tale l’operare e ’l significare
dovendo essere. E, per conseguente, la costanza dell’operare e del
significare della natura è somma e sovrana, della quale appresso
gli atei maggiore non può ritrovarsi: donde segue che argomento
fondato sopra natural costanza, che è natural necessità, è vera e
legittima dimostrazione che fa evidenza.
Conceduta adunque, come si dee concedere, l’idea di Dio in-
nata, per la necessità della significazion naturale di essa idea che
è infallibile, è conclusione di apodittico argomento che ’l divino
essere dalla idea significato è vero essere reale realmente esistente.
E si dee riflettere che questo invittissimo argomento non posson
gli atei contrastare senza concedere divina essenza reale, la cui sola
costanza e necessità e infallibilità prevale alla costanza, necessità e
infallibilità della natura. O almeno non potran negare che la ragio-
ne umana genere di argomento di questo più convincente non può
Il comune
consenso è un
gravissimo
argomento della
Divinità
La natura è
costante, e nell’o-
perare, e nel
significare
Argomento
fondato sopra
natural necessità,
contro agli atei
è vera dimostra-
zione