Le «borie» vichiane come paradigma euristico. Hybris dei popoli e dei saperi fra moderno e contemporaneo a cura di Rosario Diana - page 319

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L’ «ossessione dello scheletro»
una forma collettiva del proprio dilemma privato e per questo ten-
tarono di proiettare su di esso la soluzione che desideravano per se
stessi»
12
, commettendo così l’errore di cercare una risposta astratta
e filosofica ai problemi concreti e pratici prospettati dalla situazio-
ne della Spagna. La causa fondamentale di quest’errore di prospet-
tiva fu che, istintivamente, approntarono il problema in termini
identici alla propria preoccupazione spirituale.
La ferma denuncia della decadenza culturale, politica e morale
della propria patria, dei mali endemici che da sempre la attraversa-
vano e che l’avevano condotta a rinserrarsi in uno stato di superbo
quanto provinciale isolamento, nonché il risoluto proposito, ani-
mato da un forte desiderio di riscatto, di intraprendere un nuovo
cammino che potesse portare alla riscoperta della reale essenza
della
hispanidad
sono tutti elementi che accomunano i diversi mem-
bri della generazione del ’98, un gruppo sostanzialmente coeso
nel portare avanti una feroce e aspra requisitoria della deplorevole
situazione nazionale, ma la cui eterogeneità di prospettive era già
stata opportunamente evidenziata dallo stesso Unamuno:
Ci univa soltanto il tempo ed il luogo, e forse un dolore comune: l’angoscia
di non poter respirare in quella Spagna, che è la stessa di oggi. […] Ma, al
di sotto, la discordanza era evidente […]. Perché vi sia fratellanza, autentica
fratellanza, deve esserci patria; perché vi siano fratelli debbono esserci
padre e madre comuni, non importa se morti. E noi non riconoscevamo
padri né madri spirituali, neanche morti. Non era risuscitare la Spagna ciò
che volevamo; era farne una nuova. Avevamo rotto spiritualmente con la
tradizione nazionale, anche se questa, lo volessimo o no, consapevolmente
o meno, rimestava la nostra addolorata interiorità, e forse era proprio
lei che, conducendoci a rinnegare il passato – e questo rinnegamento è
molto tradizionale – ci spingeva alla conquista di una patria. Ci trovavamo,
senza di essa, orfani spirituali. Ansie insaziabili ci divoravano il profondo
dell’anima. Nessuno di noi sapeva in realtà quel che cercava. Ma no, invece
lo sapevamo bene, molto bene.
Ognuno di noi voleva salvarsi come uomo, come
personalità, cercava di affermare in se stesso l’Uomo
. In quel naufragio della civiltà,
cioè dell’umanità della Spagna, ciascuno di noi cercava di salvarsi come
Uomo. Ma, un uomo senza patria? Per questo partimmo alla sua ricerca
13
.
12
D.L. Shaw,
La generación del ’98
, cit., p. 25.
13
M. de Unamuno,
La hermandad futura
(1918), in Id.,
Obras completas
, 16 voll.,
1...,309,310,311,312,313,314,315,316,317,318 320,321,322,323,324,325,326,327,328,329,...500
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