Le «borie» vichiane come paradigma euristico. Hybris dei popoli e dei saperi fra moderno e contemporaneo a cura di Rosario Diana - page 321

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L’ «ossessione dello scheletro»
questo modo comprensibile che la figura dell’egotista, o dell’ego-
latra quale sua variante ipertrofica, può nascere solo in un contesto
di profonda crisi culturale, come appunto quella spagnola di fine
Ottocento, quando cioè si avverte l’insufficienza o il limite intrin-
seco della cultura razionalista nel determinare in maniera oggettiva
la sfera dei valori.
In tal senso, dunque, non è un caso che Unamuno, nel voler
individuare il carattere che più di ogni altro ha contrassegnato l’e-
sperienza intellettuale della generazione del ’98, utilizzi per l’ap-
punto la parola “egolatria”, ritenendola la più adeguata a definire
quella che egli chiama «la scoperta morale della personalità dell’in-
dividuo», scoperta fondata sulla recisa affermazione della centra-
lità anarchica dell’io, nello strenuo tentativo di reinventare l’uomo
spagnolo nel contesto drammatico dello sfascio nazionale. Scrive
infatti il filosofo basco:
Noi che nel 1898 venimmo fuori rinnegando la Spagna costituita
e mettendo a nudo le ferite della patria eravamo, chi più chi meno,
degli egolatri. Questa egolatria, però, fu la conseguenza, di certo
ipertrofica, di una scoperta morale che avevamo fatto nel fragoroso
sprofondamento degli ideali storici spagnoli, la scoperta morale
della personalità dell’individuo, fino ad allora vessata, abbattuta e
dimenticata in Spagna. […] Nel tracollo morale della patria noi,
i giovani di allora, come dei novelli Pilato, ci lavavamo le mani e
accusavamo. Accusavamo tutti e tutto, ma attenti a salvare la nostra
irresponsabilità, la nostra personalità. E con essa, sebbene allora non
ce ne rendessimo chiaramente conto, la personalità di tutti e di ogni
spagnolo in grado di scoprirla in sé stesso. Perché in questo paese di
sfrenato individualismo non si conoscevano i privilegi dell’individualità,
della dignità personale
14
.
Per Unamuno, dunque, la rivendicazione del significato della per-
sonalità individuale rappresenta di per sé un valore etico di portata
universale, poiché senza l’interesse trascendentale per il destino
dell’io o della coscienza non c’è vita morale possibile. Da questo
14
M. de Unamuno,
Nuestra egolatría de los del 98
(1916), in Id.,
Libros y autores
españoles contemporáneos
, Madrid, Espasa-Calpe, 1972, pp. 133-134.
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