Le «borie» vichiane come paradigma euristico. Hybris dei popoli e dei saperi fra moderno e contemporaneo a cura di Rosario Diana - page 313

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Armando Mascolo
L’«ossessione dello scheletro».
Decadenza, boria ed egolatria
nelle riflessioni di Ganivet, Unamuno e Ortega
*
Pregiudizio dei dotti. È un retto giudizio dei
dotti che in tutti i tempi gli uomini abbiano
creduto di sapere che cosa è buono e cattivo,
degno di lode e di biasimo. Ma è un pregiu-
dizio dei dotti che noi ora si sappia questo
meglio di qualsiasi altro tempo.
F. Nietzsche,
Aurora. Pensieri sui
pregiudizi morali
Vorrei muovere da una suggestione tratta da un’affermazione di
Emil Cioran che, pur nella sua tagliente e lapidaria icasticità, tipi-
ca, del resto, del suo stile frammentario e aforistico, ha in qualche
modo segnato il cammino e il senso di questo mio breve scritto.
Mi riferisco alle parole con le quali si apre un agile capitolo de
La tentazione di esistere
, opera del 1956, significativamente intitolato
Piccola teoria del destino
e che recitano così:
Alcuni popoli, come il russo e lo spagnolo, sono a tal punto ossessionati
da se stessi da erigersi ad unico problema: il loro sviluppo, singolare
in ogni suo aspetto, li costringe a ripiegarsi sulla sequela delle loro
anomalie, sul miracolo o l’inconsistenza della loro sorte
1
.
*
Tutte le citazioni tratte da opere di lingua spagnola, la cui edizione italiana non
sia esplicitamente indicata, si intendono tradotte dall’autore del presente lavoro.
1
E.M. Cioran,
La tentazione di esistere
(1956), tr. it. di L. Colasanti e C. Laurenti,
Milano, Adelphi, 1997, p. 47.
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