Le «borie» vichiane come paradigma euristico. Hybris dei popoli e dei saperi fra moderno e contemporaneo a cura di Rosario Diana - page 280

Giuseppe D’Anna
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Se, inoltre, riprendiamo ora le critiche che Ricoeur e Taylor
muovono alla concezione dell’identità di Parfit, notiamo che esse
sono legittimate solo all’interno di una concezione fissista dell’i-
dentità personale. A Ricoeur, Hume avrebbe risposto che l’
ipsei-
, il carattere più intimo dell’individuo, consiste nell’attività libera
dell’immaginazione agita sull’infinita possibilità semantica che de-
riva dalla continua e inaggirabile traduzione delle impressioni in
idee e di queste ultime nelle prime. A Taylor, invece, che accusa
Parfit di trattare il Sé come un oggetto di conoscenza comune, si
potrebbe rispondere che Hume, in maniera ancora più radicale di
Locke, sgancia l’Io da ogni forma di oggettivazione definiva. In ul-
tima analisi, rimangono pochi dubbi: tra Hume, Taylor e Ricoeur,
il vero detrattore della “boria identitaria” rimane il primo.
Per quanto detto ritengo che la concezione dinamica, agile e
combinatoria dell’identità così come sviluppata da Hume possa es-
sere utilizzata in ambito di studio di interculturalità e, ancor meglio
di “transculturalità” ove forse più agevole è oltrepassare la diade
sempre oppositiva e, in fondo, mai completamente desostanzializ-
zata, di identità e differenza
38
.
In chiusura, è possibile accennare, seppur rapidamente, ad un’al-
tra boria che Hume colpisce al cuore: quella di una concezione teo-
logica e teleologica dell’umanità. Una boria che avanza la pretesa
di poter conoscere i piani provvidenziali del destino del mondo.
Questa boria non è per nulla inattuale e, a ben vedere, torna co-
stantemente negli integralismi religiosi. Alla base di questo pregiu-
dizio vi è la metafisicizzazione del concetto di fine, un concetto
che già Spinoza, opportunamente, aveva detronizzato nell’appen-
dice al primo libro dell’
Etica
e nell’introduzione al quarto.
Dopo aver sostenuto che quei filosofi, i quali pretendono di cono-
scere il
modus operandi
di Dio, in realtà, ricavano la loro idea della divi-
nità dalla propria boria, scrive Hume nelle
Ricerche sull’intelletto umano
:
38
Sulla questione della transculturalità mi sia concesso rinviare qui a G. D’An-
na,
L’Universale e la questione dei valori in una prospettiva transculturale. Aristotele e
Nicolai Hartmann
, in G. Morrone (a cura di),
Universalität versus Relativität in einer
interkulturellen Perspektive
, Nordhausen, Traugott Bautz, 2013, pp. 197-215.
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