Le «borie» vichiane come paradigma euristico. Hybris dei popoli e dei saperi fra moderno e contemporaneo a cura di Rosario Diana - page 287

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La
hybris
dell’aspirazione alla longevità
sibile cambiare le leggi della natura
10
.
Come per tutti gli esseri viventi, vegetali e animali che siano,
anche nell’uomo la longevità è regolata da un orologio interno che
ne stabilisce la durata massima, che è direttamente proporzionale
al tempo dell’accrescimento della massa corporea e del pieno svi-
luppo di tutte le funzioni vitali. In particolare per quanto riguar-
da gli animali, l’osservazione naturalistica e la zoologia comparata
consentono, secondo Buffon, di indicare l’ordine di grandezza di
questo rapporto. I cani che raggiungono l’età adulta intorno ai due
o tre anni vivono dieci o dodici anni, mentre i pesci che crescono
per un lungo numero di anni possono vivere dei secoli. L’uomo, il
cui sviluppo fisico termina intorno ai sedici-diciotto anni, ma che
solo intorno ai trenta raggiunge la piena maturità intellettuale e
morale, vive ottanta-cento anni
11
.
Questo limite naturale, sottolinea Buffon, è comune a tutti gli
appartenenti al genere umano, siano essi europei, negri, cinesi o
americani. La durata della vita è inoltre indipendente dalle condi-
zioni sociali, abitudini, stili di vita e qualità degli alimenti perché
niente può cambiare le leggi della meccanica che regolano la vita
e la morte. L’uomo civilizzato e il selvaggio, il ricco e il povero, il
cittadino come il campagnolo, per tanti aspetti così diversi tra loro,
hanno, conclude Buffon, il medesimo intervallo di tempo da per-
correre tra la nascita e la morte
12
.
A poco vale l’obiezione sulla straordinaria longevità degli uomi-
ni antidiluviani tramandata dal racconto biblico, del quale Buffon
fornisce la sua personale interpretazione sulla scorta di quan-
to sostenuto nel primo volume della
Théorie de la Terre
. Dopo la
Creazione, egli afferma, la lunghezza della vita umana è diminuita
a poco a poco seguendo le trasformazioni geologiche del pianeta.
10
Cfr. ivi, p. 570.
11
Cfr. ivi, p. 569 (cfr. anche J.-M. Robine - Ch. Petersen - B. Jeune,
Buffon et la
longévité des espacès
, in
L’héritage de Buffon,
cit., pp. 257-272).
12
Cfr.
De l’Homme
, p. 571. Sull’antropologia di Buffon vedi M. Duchet,
Anthropologie et histoire au siècle des lumières: Buffon, Voltaire, Rousseau, Helvetius, Dide-
rot
, Paris, Flammarion, 1977, pp. 181-228.
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