Le «borie» vichiane come paradigma euristico. Hybris dei popoli e dei saperi fra moderno e contemporaneo a cura di Rosario Diana - page 265

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David Hume contro la “boria” dell’identità
queste poche righe la critica alla metafisica tradizionale e al razio-
nalismo moderno; il pensiero va, per esempio, a Spinoza che teo-
rizza, con la scienza intuitiva, la possibilà di cogliere
uno intuitu
l’es-
senza delle cose singole
5
. Spinoza a parte, da Hume vengono citati
Aristotele, Cartesio, Malebranche, persino Locke, come esempi di
coloro che sono alla ricerca dei principi ultimi delle cose
6
.
Il pensiero humeano fonda il suo metodo d’indagine sull’espe-
rienza
7
e sulla generalizzazione, due concetti che, per natura, co-
stituiscono la negazione di un sapere esaustivo ed essenzialistico
e, che, nello stesso tempo, si propongono come gli strumenti di
un’attività filosofica attenta alla rilevazione plurale della datità
8
e
pia?» (G. Deleuze,
Empirismo e soggettività
.
Saggio sulla natura umana secondo Hume
, a
cura di A. Vinale, Napoli, Cronopio, 2012, p. 101).
5
Mi sia concesso, su questo tema, rinviare a G. D’Anna,
Uno intuitu videre.
Sull’ultimo genere di conoscenza in Spinoza
, Milano, Ghibli, 2002.
6
Cfr. D. Hume,
Ricerche sull’intelletto umano e sui principi della morale
, a cura di R.
Gilardi, Milano, Rusconi, 1980, pp. 128-129.
7
Sarebbe errato pensare ad una coincidenza in Hume tra il concetto di
“esperienza” e quello di “empirico”, come si evince dalla definizione datane
nel
Trattato della natura umana
in cui si legge: «La natura dell’esperienza consiste
in questo: noi ricordiamo di avere avuto frequenti esempi dell’esistenza di una
specie di oggetti; e, inoltre ricordiamo che erano accompagnati sempre dagli in-
dividui di un’altra specie di oggetti, nel rispetto di un preciso ordine di contiguità
e successione» (D. Hume,
Trattato della natura umana
, cit., p. 191). Il costituirsi
dell’esperienza in Hume, dunque, richiede la memoria, l’abitudine, nonché le
relazioni spaziali e temporali, che fondano i rapporti di contiguità e successione.
Scrive Deleuze in proposito: «Così l’esperienza è la successione, il movimento
delle idee separabili in quanto sono differenti, e differenti in quanto sono sepa-
rabili» (G. Deleuze,
Empirismo e soggettività
, cit., p. 104). Cheryl J. Misak sostiene
che il concetto di “esperienza in Hume” rimanga del tutto ambiguo e che non
venga chiarito adeguatamente (cfr. Id.,
Il verificazionismo. Protagonisti problemi teorie
,
Roma, Armando Editore, 2010, pp. 32-33). Tuttavia la definizione humeana di
esperienza poco sopra citata pare individuare con una certa chiarezza i contorni
di questo concetto; vero è, però, che nell’opera di Hume l’idea di “esperienza”
assume una pluralità di significati non sempre facilmente riconducibili l’uno
all’altro.
8
Il concetto di “datità” in Hume è alquanto complesso perché il dato, così
come l’oggetto, nella filosofia humeana, è difficilmente distinguibile dalla teoria
della percezione in generale e dalla teoria delle impressioni in particolare. Tutto
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