Le «borie» vichiane come paradigma euristico. Hybris dei popoli e dei saperi fra moderno e contemporaneo a cura di Rosario Diana - page 258

Rossella Bonito Oliva
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le cose del mondo»
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, che lascia il pensiero prigioniero e inquieto,
rischia di fissarsi all’“inconveniente”, al disagio. Il pensiero coglie
nel disagio la rivitalizzazione piuttosto che un freno al divenire
concreto dello spirito, in quanto mondo comune che non è solo
fuori o dopo, ma dentro e alle spalle dell’individuo. Se Kant ha
individuato nel tribunale il luogo di confronto tra pensiero e co-
noscenza, tra bisogno della ragione e validità nella consapevolezza
di un’inconciliabilità dei due piani rinviante ad una sorta di potere
super partes
, Hegel nell’assumere la contraddizione articola il mo-
vimento dalla conoscenza al sapere nell’infinitizzazione del finito,
nel divenire concreto della realtà spirituale nel segno della libertà.
Ogni momento, perciò, è sempre un passaggio che conserva un
che di virtuale, non nel senso della successione, né in quello di un
processo determinato, piuttosto come totalità e insieme come de-
terminazione sempre aperta non riducibile al contingente. In que-
sto orizzonte per Hegel la filosofia soltanto coglie il divenire come
totalità, oltre il destino, al di là della consolazione
31
ma anche oltre
ogni possibile teodicea
32
. Al distacco meditativo del melanconico
attanagliato dal dolore della scissione Hegel oppone la sfida della
soggettività capace di attraversare il lutto metabolizzando la morte,
assumendo su di sé il dolore del negativo, facendosi spazio rivita-
lizzante di un paesaggio di rovine.
Non è certo un caso che nella filosofia Hegel individui la fun-
zione di insegnare a vivere, salvare gli uomini, nell’assunzione della
sfida della vita come legame del legame e del legame, di scissione e
30
Cfr. R. Bodei,
“Tenerezza per le cose del mondo”: sublime, sproporzione e contraddi-
zione in Kant e Hegel
,
in V. Verra (a cura di),
Hegel interprete di Kant
, Napoli, Prismi,
1981, pp. 179-218.
31
Cfr. R. Bonito Oliva,
L’individuo moderno e la nuova comunità. Ricerche sul signi-
ficato della libertà soggettiva in Hegel
, Napoli, Guida, 2000, in particolare il capitolo
Oltre
il destino, al di là della consolazione
, pp. 145-170.
32
Se la Teodicea leibniziana era volta alla difesa di Dio nella giustificazione
del male, per Hegel la teodicea come senso della storia è la memoria del lavoro
necessario dello spirito in cui si metabolizza il sacrificio del singolo (cfr. J.L.
Villacañas,
Hegel e la somma improbabilità della Teodicea
,
in G. Cantillo - R. Bonito
Oliva – a cura di –,
Fede e Sapere. La genesi del pensiero del giovane Hegel
, Milano,
Guerini e Associati, 1998, pp. 499-514.
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