Le «borie» vichiane come paradigma euristico. Hybris dei popoli e dei saperi fra moderno e contemporaneo a cura di Rosario Diana - page 252

Rossella Bonito Oliva
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ta esposizione agli stimoli e l’urgenza nella selezione delle azioni.
Quando la filosofia arriva al nucleo della sua riflessione nell’uomo
rimette in campo nel sapere stesso questa strategia con il rifiuto
delle certezze consolidate, nella problematizzazione della relazione
con il mondo e nell’interrogazione sulle possibilità umane.
5.
Un melanconico confesso
L’inquietante ambiguità della melanconia evocata da Diderot co-
me “sentimento di imperfezione” entra nel discorso filosofico con
Kant quando sottolinea l’esigenza di legittimazione del sapere, che,
emancipandosi, ha smantellato le certezze antiche senza riuscire
a trovare un fondamento di validità. Il mondo è più ricco di co-
noscenze, ma gli uomini non sono ancora in grado di valutare il
potere e i limiti di queste. Una situazione che genera domande nel
filosofo che si interroga sull’esigenza di orientarsi nel pensiero, là
dove possibilità e speranza (cosa posso sapere, cosa posso sperare)
richiedono la necessità di una legge che sciolga la natura ambi-
gua dell’uomo (cosa devo fare) in vista di una risposta sulla natura
dell’uomo (che cosa è l’uomo). In primo luogo è proprio il limite
dell’origine della questione – l’uomo – a generare uno sbilancia-
mento rispetto allo smisurato dell’esterno – il mondo – e dell’in-
terno – ambiguamente connotato da ricettività e spontaneità – a
richiamare l’attenzione.
Il punto di partenza di Kant è la critica, più che la sospensione,
una mossa forse ancora più sofisticata, un passo indietro, alle spal-
le della ragione. L’insoddisfazione non può tradursi in scetticismo
o pessimismo, assecondando la pigrizia della ragione, ma deve tro-
vare una nuova via imparando a lavorare sui limiti della ragione
umana in vista di una legittimazione del suo operare.
Nella
Prefazione
alla
Critica della ragione pura
, ammettendo che l’og-
getto della filosofia ha da essere «la natura della ragione», Kant ne
smaschera il bisogno ancor prima delle capacità e riconosce alla fi-
losofia il compito di misurare queste con quello, allestendo un tri-
1...,242,243,244,245,246,247,248,249,250,251 253,254,255,256,257,258,259,260,261,262,...500
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