Le «borie» vichiane come paradigma euristico. Hybris dei popoli e dei saperi fra moderno e contemporaneo a cura di Rosario Diana - page 256

Rossella Bonito Oliva
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«Unendo astuzia e ragione» la via d’uscita individuata da Hegel
per il pensiero non è fuori, ma dentro di sé, là dove riesca a tra-
durre la fedeltà in potere di guarigione metabolizzando le sue con-
traddizioni, assumendo senza fughe, nella consapevolezza di sé,
«la perdita del suo essere presso di sé». Più che esitare, il pensiero
dovrà acquisire la pazienza del concetto in cui il perdersi consape-
volmente sarà il viatico alla risoluzione delle proprie contraddizio-
ni come divenire che acquista il suo senso nella compiuta totalità
dei suoi momenti, rispetto alla quale la fuga in avanti come la mera
autoabnegazione comporterebbero il rischio di smarrimento.
Hegel avverte il rischio più che della melanconia, della “magia
dello spirito”, un gorgo che potrebbe ingoiare il pensiero nella
magmatica realtà spirituale priva di un centro dinamicamente e
plasticamente determinato dalla fedeltà a se stesso: la forza di gra-
vità della realtà spirituale come operare di tutti e di ciascuno è la
libertà come capacità di autodeterminazione in vista di un nuovo
mondo, in cui il movimento orizzontale del trascendentale kantia-
no nell’intreccio tra verticalità e orizzontalità, tra Io e Noi, dà for-
ma all’universale concreto
24
, là dove il finito è sempre oltre sè. Se
la fuga trasforma «il bosco sacro in legna, le immagini in cose che
hanno occhi e non vedono, orecchie e non sentono», una nuova
metafisica
25
può dare respiro al pensiero elevandosi oltre il limite
del soggettivo e del finito, nella coerenza di un processo che richie-
de al filosofo di allargare e approfondire ad un tempo il proprio
sguardo in cui quello che per Kant è un “inconveniente” diventa
banco di prova della fedeltà a se stesso e della sovranità del sapere
nell’in-finitizzazione del finito
26
.
24
G.W.F. Hegel,
Lineamenti di filosofia del diritto
, tr. it. a cura di G. Marini, Roma-
Bari, Laterza, 1999, § 7.
25
Si veda, ad esempio, G.W.F. Hegel,
Das älteste Systemprogramm des deutschen
Idealismus
, in Id.,
Werke
, hrsg. von E. Moldenhauer u. K.M. Michel, Frankfurt
a.M., Surkamp, 1971, vol. I:
Frühe Schriften
, pp. 234-236, e i continui riferimenti
che Hegel fa all’esigenza di una nuova metafisica come sistema della filosofia
nelle lettere a Schelling (cfr., per esempio, quella del 2 novembre 1800), in
Briefe
von und an Hegel
, hrsg. v. F. Nicolin, Hamburg, Meiner, 1977.
26
Su questo si veda R. Bonito Oliva,
L’inconveniente kantiano. Riformulazioni del
1...,246,247,248,249,250,251,252,253,254,255 257,258,259,260,261,262,263,264,265,266,...500
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