Le «borie» vichiane come paradigma euristico. Hybris dei popoli e dei saperi fra moderno e contemporaneo a cura di Rosario Diana - page 260

Rossella Bonito Oliva
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lico di una cesura che rimette in discussione la continuità o il com-
pimento del processo storico. Il tribunale della coscienza come
quello del mondo restituiscono la filosofia al compito di pensare
la vita e la vita umana come legame di vita e morte. Là dove il tri-
bunale del mondo decreta il destino dei popoli, il tribunale della
coscienza esercita il diritto della libertà soggettiva, che occupa una
zona segreta, rimanendo in debito di realtà, ma “sacrario” inviola-
bile che riapre la ferita della scissione rimarginata dalla filosofia
35
.
Quando Hegel riconosce in questo spazio il sacrario della coscien-
za in cui il cammino della storia ogni volta si riapre per l’incancel-
labile conquista della libertà soggettiva, usa le figure di Antigone,
Socrate, Cristo. In modi e tempi diversi eroi destinati alla morte,
ma simboli di una svolta epocale segnata dalla scissione, martiri
portatori di una nuova visione del mondo in cui l’opposizione al
proprio tempo apre ad un rinnovato legame tra gli uomini, tra la
filosofia e la vita, oltre il destino dei singoli.
8.
La sfida della profondità
Da questa zona d’ombra emerge la possibilità del distacco dell’Io
da Noi e per il filosofo il richiamo all’insondabile della libertà sog-
gettiva come incarnazione del divenire dello spirito. D’altra parte
quando la filosofia usa il chiaroscuro non ha il potere di ringio-
vanire quanto è invecchiata, la sua ora è il crepuscolo e il suo un
volo della notte, il suo sguardo richiamato al profondo
36
. Qui forse
Schelling coglie meglio l’abisso che apre quanto è connesso al-
l’«essenza della libertà umana»
37
. La possibilità di «un’epoca più
sana» è nella capacità del filosofo di segnare una distanza dalla
«vuotaggine di coloro che si sono
gonfiati
con le sentenze della nuo-
35
Cfr. G.W.F. Hegel,
Lineamenti di filosofia del diritto
, cit., § 137 A.
36
Ivi,
Prefazione
.
37
Cesa suggerisce una possibile ricaduta della lettura dello scritto di Schelling
sulla libertà su queste riflessioni hegeliane (cfr. C. Cesa,
Tra Moralität e Sittlichkeit.
Sul confronto di Hegel con la filosofia pratica di Kant
, in V. Verra (a cura di),
Hegel inter-
prete di Kant
, cit., p. 172.
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