Le «borie» vichiane come paradigma euristico. Hybris dei popoli e dei saperi fra moderno e contemporaneo a cura di Rosario Diana - page 196

Andrea Battistini
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to i versi con cui Ulisse convince i suoi compagni a rimettersi in
mare a esplorare l’ignoto («fatti non foste a viver come bruti, / ma
per seguir virtute e canoscenza») come l’elogio più appassionato
dell’audacia dell’uomo e del suo inarrestabile istinto esplorativo,
dimenticando che a pronunciarlo è un fraudolento che con la sua
«orazion picciola» porta alla rovina i suoi compagni, risultando
così un falso profeta
16
. Come ha rilevato un semiologo, Juri M.
Lotman, mentre il senso del viaggio di Dante, che è un pellegrino,
è dato legittimamente da uno slancio verso l’alto, la traiettoria del
viaggio di Ulisse, che è un esploratore mosso dalla
hybris
, segue
una verticalità di discesa
17
, con la nave che si inabissa al cospetto
della montagna del Purgatorio, una meta preclusa a chi, essendo
pagano, è privo della grazia di Dio. Oltre tutto, secondo gli studi
condotti da Maria Corti
18
, a partire dalle fonti arabe dell’VIII se-
colo, lo stretto di Gibilterra era diventato il punto, per dirla con
Dante, «dov’Ercule segnò li suoi riguardi / acciò che l’uom più
oltre non si metta» (
Inf
., XXVI, 108-109). Ulisse ha dunque varcato
un limite invalicabile e Dante vede in lui il suo stesso desiderio di
sapere e di conoscere che, se incontrollato, può portare alla
hybris
e
alla perdizione. Per questo, proprio al cospetto della pena di Ulisse,
che ha ingannato i compagni facendo loro balenare il successo
di un’impresa viceversa destinata al fallimento, dice di «affren
are»
«più lo ’ngegno […] ch’i non soglio, / perché non corra che virtù
nol guidi» (
Inf
., XXVI, 21) e perda il controllo della rotta, come
fecero, oltre a Ulisse, due altri mitici temerari, Fetonte e Icaro.
Che il significato allegorico del mito di Icaro abbia in Dante
lo stesso valore di quello, forse a lui ignoto, di Prometeo, di cui
16
Cfr, E. Fumagalli,
Tra falsi profeti e profeti veri: l’Ulisse di Dante
, in Id.,
Il giusto
Enea e il pio Rifeo. Pagine dantesche
, Firenze, Olschki, 2012, pp. 55-88, che sviluppa
le tesi che furono di G. Padoan,
Ulisse «fandi fictor» e le vie della sapienza. Momenti di
una tradizione,
in Id.,
Il pio Enea, l’empio Ulisse
, Ravenna, Longo, 1977, pp. 170-199.
17
J.M. Lotman,
Il viaggio di Ulisse nella «Divina Commedia» di Dante
, in Id.,
Testo e
contesto. Semiotica dell’arte e della cultura
, a cura di S. Salvestroni, Roma-Bari, Later-
za, 1980, pp. 81-102, p. 96-98.
18
La “favola” di Ulisse: invenzione dantesca?
, in Id.,
Percorsi dell’invenzione. Il linguag-
gio poetico e Dante
, Torino, Einaudi, 1993, pp. 113-145.
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