Le «borie» vichiane come paradigma euristico. Hybris dei popoli e dei saperi fra moderno e contemporaneo a cura di Rosario Diana - page 199

Il mito di Prometeo in età moderna
199
tur, fit spectaculum vulgi»
24
. Con una torsione semantica uguale e
contraria a quella subita dall’avvertimento paolino del «noli altum
sapere», l’altro celebre invito, questa volta di Orazio, «sapere aude»
di
Epistolae
I, 2, 40, che nel testo originario era un appello al buon
senso e alla saggezza pratica, rivolto a uno sciocco che per guadare
un fiume aspettava che l’acqua finisse di scorrere, viene inteso al
principio dell’età moderna in accezione intellettuale, come sprone
all’ardimento conoscitivo
25
. Nel nuovo significato, il motto diventa
la divisa personale di Gassendi, in un’età in cui la nuova scienza pre-
tende un coraggio, un’energia, una curiosità molto più accentuate,
almeno da quando viene battuto in breccia il principio dell’
ipse dixit
e a contare non è più lo sforzo di dimostrare e di confermare ciò
che già è stato detto dalle
auctoritates
del passato, a cominciare da
Aristotele, ma l’ambizione e l’orgoglio di scoprire cose nuove.
A cominciare almeno dall’ultimo quarto del secolo scorso sono
stati messi in evidenza il ruolo e il valore che le tematiche di àm-
bito ermetico e astrologico hanno assunto nella genesi della scien-
za moderna. Se questa ricusa l’idea dell’occultismo di un sapere
iniziatico, connesso al mito di un sapere arcano rimasto privile-
gio di pochi eletti, alla quale la generazione di Galileo, Cartesio,
Keplero, Pascal oppone una sua democratizzazione, ne condivide
però il principio euristico che la natura nasconde i suoi segreti e
che quindi è necessaria l’intraprendenza e la sfrontatezza che fu
di Prometeo. La nuova concezione del sapere educa anche a una
nuova attitudine deontologica dell’uomo, che adesso sa di non po-
tere più aspettarsi che la verità arrivi dall’alto, come un sigillo che
si imprime e si impone sull’individuo in virtù della sua stessa forza
illuminante (la «vis veri»), alla quale non si può resistere. A que-
sta «rassegnazione teoretica»
26
subentra nel corso dei secoli XVI e
24
P. Pomponazzi,
Il Fato, il libero arbitrio e la predestinazione
, III, 7, 25, a cura di
V. Perrone Compagni, Firenze-Torino, Istituto Nazionale di Studi sul Rinasci-
mento-Nino Aragno, 2004, t. II, p. 524.
25
Lo fa notare una volta di più C. Ginzburg,
L’alto e il basso
, cit., pp. 124-126.
26
Si veda il saggio di H. Blumenberg,
La metaforica della «possente» verità
, in Id.,
Paradigmi per una metaforologia
(1960), tr. it. di M.V. Serra Hansberg, Bologna, il
Mulino, 1969, pp. 11-19 e 15.
1...,189,190,191,192,193,194,195,196,197,198 200,201,202,203,204,205,206,207,208,209,...500
Powered by FlippingBook