Le «borie» vichiane come paradigma euristico. Hybris dei popoli e dei saperi fra moderno e contemporaneo a cura di Rosario Diana - page 206

Andrea Battistini
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51
e il primo biografo di Galileo, l’allievo Vincenzio Viviani, può
parlare della «filosofica curiosità» quale prerogativa di chi batte la
via della conoscenza
52
. Evidentemente anche Galileo è convinto al
pari di Bacone che il progresso sia indefinito, se nella lettera co-
siddetta copernicana a Benedetto Castelli si chiede retoricamente:
«chi vuol por termine a gli umani ingegni? Chi vorrà asserire, già
essersi saputo tutto quello che è al mondo di scibile?»
53
.
Questa baldanzosa indole perlustrativa, che indusse l’imperatore
Carlo V a convertire in «plus ultra» il motto latino «non plus ul-
tra», posto a spiegazione delle Colonne d’Ercole come deterrente
del desiderio e della speranza, e che suggerì a Bacone di porre nel
frontespizio di una sua opera una nave che invece le supera accom-
pagnata dal motto «multi pertransibunt et augebitur scientia»
54
, è
talmente pervasiva da contagiare perfino la Compagnia di Gesù, il
cui Collegio romano rappresentò nel Seicento la voce ufficiale del-
la Chiesa in fatto di scienza. Anche Daniello Bartoli non si nascon-
de le difficoltà della ricerca, dovute al fatto che Dio ha sì concesso
degli «spiragli» attraverso cui conoscere «le fatture dell’onnipotente
sua mano», ma sono comunque «cifere, non imagini; non effigie,
ma ombre»
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. Da queste ontologiche difficoltà non deriva però la
rassegnata resa al labirinto dell’essere ma anzi un incentivo a osare,
prendendo a esempio ciò che narra il mito di Icaro, menzionato
da Bartoli nel trattato giovanile
Dell’uomo di lettere difeso ed emendato
,
dove viene espressa tutta l’ammirazione per colui che «volando
s’avvicinò alle stelle», il quale, pur avendo fallito nell’impresa, per
il suo «generoso ardire» ha avuto «più ammiratori della salita che
51
Per questo rinvio si veda G. Mazzotta,
La nuova mappa del mondo. La filosofia
poetica di Giambattista Vico
, Torino, Einaudi, 1999, p. 109, che vichianamente
connette la «curiosità» alla «meraviglia».
52
V. Viviani,
Vita di Galileo
, a cura di L. Borsetto, Bergamo, Moretti & Vitali,
1992, p. 106.
53
G. Galilei, Lettera del 21 dicembre 1613 a Benedetto Castelli, in Id.,
Opere
,
cit., V, p. 284.
54
F. Bacon,
Instauratio magna
, Londini, apud Joannem Billium, 1620.
55
D. Bartoli,
La ricreazione del savio
(1659), a cura di B. Mortara Garavelli, Par-
ma, Guanda, 1992, p. 36.
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