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Tommaso Rossi
delle forme difformi del nulla, che quanto dall’essere si dipartono
e discordano, tanto infra di loro concordano e cospirano; e simil-
mente composte co’ principi relativi del più e del meno, e degli
altri si giungono; e infine nell’oscurità e indifferenza e impotenza
del non sapere, del non vedere e non potere più viziose e maliziose
e orribili si scorgono; e per tutto i loro maligni parti espongono.
Da queste nozioni così espresse, e a questo modo coniugate, che
sono le prime e principali cagioni e ragioni, l’une di affermare e
l’altre di negare, quelle prime di approvare e le seconde di riproba-
re, dipende quanto si afferma di vero e si niega di falso, e quanto
si approva di retto e si ripruova di pravo in tutte le scienze. Non
pare che il Loke niuno uso abbia fatto di queste nozioni, né che
abbia /75/ avvertito l’uso che gli antichi e’ più sublimi tra’ novelli
scrittori ne han fatto nell’etica, nella politica, nella giurisprudenza,
e nella verace metafisica, nella giudiziosa ed utile dialettica, e con
destre applicazioni infino nella fisiologia. Anzi, de le prime nozio-
ni, e degli assiomi che indi si formano, si può dire che il Loke una o
due nozioni, dell’ente e del tutto; e un solo, al più due assiomi, che
quel che è non può non essere, e che ’l tutto è maggiore della parte,
abbia riconosciuto: poiché quelle due nozioni e que’ due assiomi
solo rammenta, e di que’ soli prende ad oppugnare l’innascimento.
Sul ritorno delle scientifiche conclusioni nelle prime idee, è da
notare che i minori universali alle conchiusioni più vicini, come ac-
cennato abbiamo, non prima escludono ogni vacillamento e ogni
dubitanza, che rimontando su per più gradi di minori e maggiori
universali, non si veg­gano inchiusi negli ampli e primarj universali
delle prime idee, e che que­ste idee non si scorga essere implicate e
radicate in essa /76/ natura mentale. In questo doppio accorgimen-
to, de l’impiantazione de’ secondarj universali ne’ primarj, e di questi
primarj nella mente si rafferma la forza e si ricolma la luce, che ogni
ombra dilegua e ogni trepidazione conforta. E questo è desso il vero
criterio dell’uomo. La ragione incontrastabile di quel che diciamo è
che la significazione della natura è sicura e infallibile, come sicura e
infallibile è la di lei operazione.
La natura, come nell’operare è costante e con seco concorde
per tutto l’universo; di modo che i minori principj attivi e costi-
Utilità delle pri-
me idee per tutte
le scienze
Vero criterio,
qual sia
Costanza della
natura nell’o-
perare e nel
significare
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