112
Tommaso Rossi
stano. E non ha avvertito che nella luce, per la copia, finezza, spe-
ciosità, attività, giovamento e dilettamento, è il colmo dell’essere
corporale; e nelle tenebre per l’inopia, inerzia, deformità, orrore e
nocumento, è tutta la malizia del non essere. Dal che segue che il
fanciullo nel senso, affetto e piacere de la luce che è sommo, e nel
dissenso, rifiuto e abborrimento delle tenebre che è eccessivo, per
tutti i gradi di quei sensi e dissensi che abbiam ricordati, a quelle
estremità di gioja e di tristizia perviene.
Que’ primi sensi sono prime nozioni e idee dell’essere e del nul-
la, del vero e del falso, del difetto e della perfezione, del dritto e del
pravo, del­l’uno e del molto, del tutto e della parte, e di quante altre
ragioni del­l’essere e del non essere abbiamo e non abbiamo ricor-
date. I quali sensi, col dilatamento e dichiarimento di quella prima
languidetta luce, di dì in dì più vivi, e più distinti, ed espressi diven-
gono. La natura non si rimane ne’ piccioli e deboli /66/ principi;
ma col medesimo vigore procede oltra a’ mezzi, ed a’ fini. Né osta
che quei sensi intorno a’ materiali obbietti si aggirino; perciocché
con leggi di numeri e di misure, con proporzioni e corrispondenze,
si spiegano intorno alla materia, e non altrimenti. Que’ primi pro-
cessi del sentire, del sapere e del vivere dell’uomo, sono mae­stria
di arte e di scienza, i quali, per la variabil condizione della materia
cui l’animo è congiunto, di momento in momento crescono e si
avanza­no fino al fine della perfezione loro.
Tali deono essere i primi lumi del sapere, e’ primi numi del vo-
lere del­l’uomo, e non quali il Loke gli vuole, alla prima vivi espressi
vigorosi, sempre accesi, che in ogni tempo faccian gran lume e
costantemente indrizzino e governino la vita. Eglino sono naturali,
non avveniticci, per naturai produzione in noi e con noi nascono;
e non già per operazione niuna di niuno esterno principio di fuori
avvengono: e pertanto così ci nascono e crescono, come la condi-
zione dell’uomo il richiede. E /67/ questo medesimo è da crede-
re che avvegna dirittamente verso gli obbiet­ti ragionevoli ancora.
Perché, se il senso e la ragione dell’uomo può far quelle produzioni
circa i sensibili obbietti, più il dee poter fare verso i
ragionevo-
li: conciossiaché la parte ragionevole prevaglia e sia più virtuo­sa
ed efficace, e gli obbietti ragionevoli siano all’uomo più adattati
Nella luce, è il
colmo della perfe-
zione corporale.
E nelle tenebre, è
tutta la malizia
del non essere
I sensi dell’uomo,
che di per sé
lucidi sono, a
poco a poco più
si raffinano e
dichiarano
Qua’ debbono
essere i primi lu-
mi del sapere, e’
primi numi del
volere dell’uomo
Sono ancora
nell’uomo primi
numi e numi
ragionevoli di
ragionevole bene
onesto
1...,102,103,104,105,106,107,108,109,110,111 113,114,115,116,117,118,119,120,121,122,...230