Le «borie» vichiane come paradigma euristico. Hybris dei popoli e dei saperi fra moderno e contemporaneo a cura di Rosario Diana - page 245

245
La melanconia del distacco
del mondo, nella giusta distanza che permette di orientarsi verso
nuove certezze. Un compito gravoso che richiede pazienza e un
metodo rigoroso in vista della definizione dei confini di una “nuo-
va terra” che chiama in causa il procedere dell’uomo nel mondo.
Cartesio infatti si preoccupa degli effetti della sospensione del
giudizio che deve operare in vista della costruzione della “sua”
nuova casa, proponendo una morale provvisoria, che possa fare da
supporto in questa sorta di vuoto
5
. Non è perciò il distacco l’obiet-
tivo, ma lo strumento in vista del rinnovamento del sapere e della
morale, in cui riconfigurare la relazione dell’uomo con il mondo
nell’interesse della verità. Anche Vico quando sottolinea l’immo-
bilità della scienza e le pecche dei dogmatici e degli scettici non si
nasconde le difficoltà del cammino del filosofo, consapevole di
non poter trovare facili certezze eludendo la distanza tra sapienza
divina e sapere umano o sottovalutando il peso che grava sulla fi-
losofia
6
. Non è possibile ignorare la polemica di Vico nei confronti
del cartesianesimo, né la distinzione tra vero e fatto che l’ispira,
ma la sua critica alla cultura del tempo e alle facili certezze ritaglia
per la filosofia e per il filosofo un posto a parte, inizialmente più
inquietante che rassicurante presentando nelle intenzioni una certa
prossimità con Cartesio.
Il dubbio attanaglia Vico come Cartesio, un dubbio che deter-
mina una nuova strategia, che non rassicura sul migliore dei mondi
possibili, né sul destino dell’uomo. In una sorta di capovolgimento
dei termini della questione l’unico ancoraggio rimane un’ossessiva
attenzione a quella che Hegel ha chiamato la “terra dell’autocoscien-
za”, anche se più limitata, in cui cercare approdo in un mondo dive-
nuto estraneo. Ma è solo l’inizio, dice Hegel, trovata la terra, l’uomo
è chiamato ad abitarla ricercando e dando testimonianza di sé.
Non è, perciò, il raggiungimento della quiete e della stabilità, ma
solo l’inizio di una diversa disposizione alla meraviglia, che riporta
5
Cfr. R. Descartes,
Discorso sul metodo
,
tr. it. a cura di G. Bontadini, Brescia,
La Scuola, 1967, p. 47.
6
Cfr. G. Vico,
De Antiquissima Italorum Sapientia
,
tr. it. di P. Cristofolini, in Id.,
Opere filosofiche
, a cura di P. Cristofolini, Firenze, Sansoni, 1971, pp. 76-94.
1...,235,236,237,238,239,240,241,242,243,244 246,247,248,249,250,251,252,253,254,255,...500
Powered by FlippingBook