Le «borie» vichiane come paradigma euristico. Hybris dei popoli e dei saperi fra moderno e contemporaneo a cura di Rosario Diana - page 237

237
La
philotimia
di Diodoro Siculo
Egiziani di autodefinire “culla dell’umanità” la loro antica e civile
cultura, al di là della dichiarazione di principio, non è certo esente
dal sospetto di ellenocentrismo. Così, qualche secolo prima, era già
stato per Erodoto, che a proposito dei Persiani, per la prima volta
considerati rivali e identificati quali rappresentanti dell’alterità bar-
bara, affermava (I. 134. 2-3)
Dopo se stessi, fra tutti stimano in primo luogo i popoli insediati
più vicini a loro, poi quelli subito oltre e così via, proporzionando la
stima alla distanza: si considerano da ogni punto di vista gli uomini
migliori, mentre gli altri, pensano, si attengono alla virtù in misura
inversamente proporzionale: e perciò quelli che abitano più lontano
da loro sarebbero i peggiori
31
.
Tutti i popoli si considerano i migliori, i più antichi, i primi co-
lonizzatori e i primi civilizzatori: la “vanagloria” li conduce all’au-
tocelebrazione
32
. Smascherarne le pretese etnocentriche significa
attribuire carattere favoloso ai loro racconti mitici. Quel carattere
favoloso (e perciò ingannatore) che Diodoro ha imputato ai miti
degli Egiziani sulla fondazione (egiziana) di Atene («con il dire
molte altre cose simili a queste, più per amor di gloria [
philotimote-
ron
] che di verità [...] rivendicano la fondazione di questa colonia,
Atene, a motivo della celebrità della città»: I. 29, 5). È la vanagloria
(la “boria”, per dirla con Vico) che spinge gli Egiziani a rivendicare
la remota antichità e le colonizzazioni: i loro racconti di fonda-
zione, coerenti con l’orientamento ideologico che li ha prodotti,
difficilmente possono contenere elementi storicamente fondati.
Che Bernal li utilizzi a sostegno della sua tesi sull’origine egizia-
31
Riproduco la traduzione a cura di D. Asheri,
Erodoto. Le Storie
, libro I, Mila-
no, Fondazione Lorenzo Valla, 1988.
32
Gli stessi Greci, nella prospettiva di Erodoto, non sono esenti da falsifica-
zioni a scopo autocelebrativo, come quella di presentare come loro scoperte le
innovazioni e le invenzioni importate dall’Egitto (cfr. II. 123). Questa accusa
così diretta agli Elleni, volta a smascherarne le pretese etnocentriche, valse allo
storico di Alicarnasso l’appellativo di filobarbaro attribuitogli dall’autore del
De
Herodoti malignitate
(ps.-Plut., 857A).
1...,227,228,229,230,231,232,233,234,235,236 238,239,240,241,242,243,244,245,246,247,...500
Powered by FlippingBook