Le «borie» vichiane come paradigma euristico. Hybris dei popoli e dei saperi fra moderno e contemporaneo a cura di Rosario Diana - page 239

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La
philotimia
di Diodoro Siculo
accomunare le due narrazioni è l’idea preconcetta di una «razza di
invasori “arrivata” fatta e compiuta dal di fuori», e una concezione
del mito identitario inteso come il riflesso passivo di un genuino
processo storico i cui contorni possono essere progressivamente
disvelati. Ma proprio la storia dimostra che l’identità collettiva è
creazione artificiale, e subisce il condizionamento dell’incontro/
scontro con l’altro e la giustificazione teorica della minaccia alla
propria sicurezza. In questo rispetto la proposta vichiana di inter-
pretare il mito come espressione dell’immaginario di un popolo,
prima ancora che come documento di una realtà storica effettiva,
è da considerarsi, anche in relazione alla questione delle origini, un
insegnamento tuttora utile
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, e il dissacrante monito, indirizzato a
quei dotti che proiettano nel pensiero antico le categorie proprie
dell’immaginario a loro coevo, un dispositivo inibitore che risulta
ancora valido nel concreto dell’indagine ermeneutica e della ricer-
ca storico-antropologica.
centrismo e allo sciovinismo, lo ha offerto senza dubbio il volume di E. Said,
Orientalism
, New York, Pantheon Books, 1978. Per l’ambito specifico degli studi
sul mondo antico, hanno rappresentato in questo senso un’autentica svolta i
volumi di W. Burkert,
The Orientalizing Revolution. Near Eastern Influence on Greek
Culture in the Early Archaic Age
, Cambridge-London, Harvard University Press,
1992 e di M.L. West,
The East Face of Helicon. West Asiatic Elements in Greek Poetry
and Myth
, Oxford, Oxford University Press, 1997; l’obiettivo dichiarato di en-
trambi è il deciso ridimensionamento della presunta centralità della civiltà greca
antica nell’ambito delle culture mediterranee, e il contestuale riconoscimento
del debito culturale che essa ha maturato nei confronti dell’Oriente.
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Insegnamento che peraltro corrisponde alla prospettiva ermeneutica della
gran parte degli antropologi contemporanei, primi fra tutti gli esponenti dell’an-
tropologia storica francese (sull’interpretazione dei racconti mitici dei Greci, la
linea tracciata da J.-P. Vernant e P. Vidal Naquet ha ormai fatto scuola).
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