Le «borie» vichiane come paradigma euristico. Hybris dei popoli e dei saperi fra moderno e contemporaneo a cura di Rosario Diana - page 484

Rosario Diana
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suo mondo spirituale. Soltanto dopo aver appagato il corpo, poteva
cominciare a vivere nello spirito […]. E il suo modo di vivere nello
spirito gli dava un enorme piacere, quasi un’assenza di dolore
88
.
Di fronte al «grande mondo» e contro di esso, con la sua ple-
tora di «fornitori plutomani»
89
, di «rivenditori»
90
, di baldanzosi e
fieri tutori dell’agire – pensiamo anche a com’era l’Europa nella
seconda metà degli anni Trenta (Beckett scrive fra il ’35 e il ’36
91
,
ma bisogna anche prudentemente ricordare – con Cacciari – che
in generale nella sua opera sono «assenti comunità e storia»
92
), con
i suoi totalitarismi trionfanti e le sue democrazie liberali che di quei
totalitarismi subivano la seduzione sinistra e la potenza senza po-
terli arginare e sapersi nel contempo riformare. Insomma, contro
il «grande mondo» dell’attivismo, che dava già chiari segni di quella
vocazione a trasformarsi nell’opificio del massacro del secondo
conflitto mondiale, contro quel «glorioso mondo» nel quale si sta
«con l’inestimabile prerogativa di stupirsi, di amare, di odiare, di
desiderare, di rallegrarsi e di piagnucolare»
93
, si schiera, immobile,
questo antieroe dell’inattività. Al suo fianco trova, come «fratelli»
94
di silente inoperosità, gli internati nel manicomio, anch’essi estranei
al «grande mondo» e rinchiusi nel «piccolo mondo» della loro in-
teriorità. Agli psichiatri che li hanno in cura quello scrigno riposto
88
M
, p. 18.
89
M
, p. 77.
90
M
, p. 75.
91
Per un’informazione dettagliata sugli eventi della biografia beckettiana coe-
vi alla stesura del romanzo cfr. G. Frasca,
Come usare la macchina di Murphy
, in S.
Beckett,
Murphy
, a cura di G. Frasca, Torino, Einaudi, 2003, pp. 203-229, in part.
pp. 212 sgg., e J. Knowlson,
Samuel Beckett. Una vita
, cit., pp. 235-271.
92
M. Cacciari,
Hamletica
, cit., p. 84. Su Beckett «malizioso asociale», associato
in questo a Murphy, aveva già richiamato l’attenzione Giorgio Manganelli nel
1962 (Id.,
Murphy
, in Id.,
La letteratura come menzogna
, Milano, Feltrinelli, 1967,
pp. 79-81, qui p. 79).
93
M
, p. 145.
94
M
, p. 147.
1...,474,475,476,477,478,479,480,481,482,483 485,486,487,488,489,490,491,492,493,494,...500
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