253
Viaggio da Parigi a Napoli
23.
Ecco giunto per me il giorno dell’estremo dolore. Sono partito
da Parigi alle 11 del mattino, fra le lagrime, gli affettuosi abbracci
e gli ultimi
adieux
delle famiglie a me più care, Jacquelin, Le Roy,
Rive, Clarke, Tondi, ecc., le quali mi hanno accompagnato infino
alla casa del saggio e affettuoso mio padre e maestro Lamarck,
davanti la di cui casa mi attendeva la vettura. Io ed i miei amici
abbiamo fatto colazione in casa del mio maestro prima di partire.
Giunta l’ora fatale della dura separazione, le sole nostre comuni
lagrime sono state il terribile annunzio del nostro reciproco do-
lore, il quale in me e ne’ miei cari amici ha totalmente impedito
l’uso della parola. Mi è stato quindi proibito di poter ringraziare
per l’ultima volta il mio caro e degno maestro, e di dare un ultimo
adieux
[
sic
] a lui, alla sua famiglia ed a’ miei più parenti che amici.
In tal modo ho abbandonato la Città ove ho dimorato otto anni
continui; ove ho passato il fiore della mia gioventù; ove ho appre-
so quelle conoscenze che indarno avrei ricercato altrove, e che mi
sono state comunicate con amore paterno ed affettuoso dai miei
illustri maestri; ove ho ricevuto i primi e ultimi germi della mia ci-
vilizzazione e della vera morale filantropica; ove i pregiudizii della
mia prima educazione sono stati completamente svelti e rimpiaz-
zati da principii di filantropìa, e di generosa magnanimità di cuore;
ove sono stato amato, considerato, stimato e protetto; ove, infine,
mi si sono istillati nell’animo i principii della vera libertà sociale,
che rende grandi i re e forti i cittadini, e quelli del sacro amor di
patria e dell’amor nazionale, i quali soli rendon robusti, istruiti,
indipendenti e celebri i popoli. Chi sa quante volte avrò a pentirmi
1...,243,244,245,246,247,248,249,250,251,252 254,255,256,257,258,259,260,261,262,263,...338