Strumenti Conni-Kay Jørgensen, Materiali intorno all´eredità vichiana nel Novecento letterario italiano. Appendice al volume L´eredità vichiana nel Novecento letterario. Pavese, Savinio, Levi, Gadda, (Studi vichiani, n. 45), Napoli, Alfredo Guida Editore, 2007

  • I segni di lettura di Cesare Pavese nella Sn25apri/open, pp. 36-84
  • I segni di lettura di Cesare Pavese nella Sn44
    • Segni di lettura al primo volume della Sn44 (capovv. 204-738)apri/open, pp. 85-104
    • Segni di lettura al secondo volume della Sn44 (capovv. 781-1398)apri/open, pp. 105-131
  • Bibliografia integrale del volume L´eredità vichiana nel Novecento letterario. Pavese, Savinio, Levi, Gadda, (Studi vichiani, n. 45), Napoli, Alfredo Guida Editore, 2006, di Conni-Kay Jørgensenapri/open, pp. 132-221

NOTA
EDITORIALE

Per Benedetto Croce, Vico fu il secolo decimonono in germe, e molto si è parlato del Vico precursore di svariate teorie e idee scientifiche anche del secolo passato, poco forse delle tracce lasciate nella letteratura italiana novecentesca. L’importanza dell’opera vichiana per grandi scrittori quali Cesare Pavese, Alberto Savinio, Carlo Levi e Carlo Emilio Gadda viene per la prima volta comprovata e discussa nel saggio di Conni-Kay Jørgensen, L’eredità vichiana nel Novecento letterario. Pavese, Savinio, Levi, Gadda (Alfredo Guida Editore, 2006) di cui riportiamo la bibliografia e l’appendice contenente i passi della Scienza nuova con segni di lettura da parte di Cesare Pavese.
Negli studi sull’opus di Cesare Pavese la frequenza del nome di Vico è sempre stata incisiva, ma si tratta con poche eccezioni di accenni superficiali e spesso ci si accontenta di constatare che lo scrittore piemontese fu influenzato da “Vico”. I critici non si sono accorti del fatto che Vico non è soltanto il Vico della Scienza nuova, e che quest’opera non è una sola. Jørgensen ha scoperto che Pavese oltre all’edizione del 1744 possedette anche quella del 1725, e la nostra discussione sull’importanza di Vico parte dai segni lasciati nei due libri. Confrontati con rinvii espliciti e impliciti nei testi pavesiani, questi segni permettono di stabilire la cronologia delle letture. Le letture sono attente e ripetute e se le interpretazioni pavesiane non sono interessanti dal punto di vista strettamente filosofico, rimangono di grande rilevanza per una lunga serie di idee e temi fondamentali quali la teoria del mito e dello sviluppo filogenetico-ontogenetico, della poesia/immagine-racconto, dei rapporti fantastici, del nesso vivo tra l’uomo e la natura, della poesia intenzionale o spontanea e dell’arte come un ritorno all’infanzia. I segni, note e commenti di Pavese testimoniano, oltre alla lettura scrupolosa, un serio tentativo di impadronirsi di idee e teorie vichiane, numerose delle quali vengono adoperate poi nei testi letterari, come si dimostra nel saggio L’eredità vichiana nel Novecento letterario. Pavese, Savinio, Levi, Gadda.
Si rendono qui disponibili i materiali integrativi che non hanno potuto trovar posto nel volume summenzionato.

PUBLISHER´S
NOTE

Benedetto Croce considered Vico as the XIX Century in germ, and much has been said about the supposed anticipation by Vico of many scientific theories and ideas belonging to the XX Century, although much less about the traces he left in XX Century Italian Literatur. The importance of Vico’s work for great writers such as Cesare Pavese, Alberto Savinio, Carlo Levi and Carlo Emilio Gadda has been for the first time assessed and discussed in the book L’eredità vichiana nel Novecento letterario. Pavese, Savinio, Levi, Gadda (Alfredo Guida Editore, 2006) by Conni-Kay Jøergensen. We present here the appendixes of this work, which include the collection of Cesare Pavese’s marks and notations on his copies of Vico’s Scienza nuova (both 1725 and 1744) and the complete bibliography which was not included in the printed book.
Although the frequency of Vico’s name in the books of Pavese has been often acknowledged, it rarely went beyond the recognition of a generic influence of ”Vico” upon him. Critics did not realize that, Vico was not only the author of Scienza nuova, and furthermore that he did not mean Scienza nuova to be only one work. Jøergensen discovered that Pavese did also own the 1725 edition, and compared the marks added by him in both editions, which, cross-referenced with thematic hints in his texts, could be established in their original chronology. Pavese’s reading of Vico was careful and repeated, and, although his interpretation is not specifically interesting from the philosophical point of view, it proves important for many ideas and themes, such as the theory of myth and of philogenetic and ontogenetic development, of poetry as image tale, of fantastic relationships, of the intimate bound between man and nature, of intentional or spontaneous poetry and of art as a return to childhood. Pavese’s signs, notes and remarks not only prove a scrupolous reading, but also his effort at mastering Vico’s ideas and thoughts, many of which he will afterwards take up in his literary writings.
We supply here the integrative materials which could not be placed in the mentioned volume.



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