ISSN 1824-9817
© ISPF - 2010

ISPF-LAB
Laboratorio dell’ISPF

VII, 2010, 1/2

questo
numero

La sezione “Saggi” di questo numero del Laboratorio ha carattere miscellaneo. A rispecchiare ricerche che si muovono all’interno dell’ISPF è in questo caso un articolo di Silvia Caianiello sul concetto di individuo in Rudolf Virchow, seguito dalla traduzione italiana di un’importante conferenza di Virchow del 1859, dove l’insistenza sulla struttura federale delle individualità biologiche si mostra come un vero superamento dell’atomismo cellulare dei suoi predecessori. Seguono i contributi di due studiosi che in diverso modo interloquiscono abitualmente con la nostra sede napoletana. Il saggio di Giuseppe D’Anna illustra la resistenza offerta dal concetto di materia in Nicolai Hartmann di contro ad ogni progetto di riduzione del mondo alle leggi del pensiero, e l’uso che di questa ontologia fa Georg Lukács per combattere le filosofie che gli appaiono funzionali alla visione del mondo borghese. Il saggio di Roberto Evangelista si concentra sul rapporto tra possibilità umana e necessità naturale in Baruch Spinoza, per mostrare come la prima trovi nella comunità il luogo adeguato e naturale della propria realizzazione. Più compatta è invece la sezione “Strumenti”, la quale – dopo aver proposto, nel numero precedente, un’indagine sulla diffusione in internet di un ritratto apocrifo di Giambattista Vico – indaga ora due momenti dell’elaborazione del pensiero e dell’opera vichiani in linguaggi diversi da quello della ricerca storica e filosofica: in particolare il linguaggio dell’azione scenica nel caso della pièce teatrale “New Science” (New York, 2006), presentata da Leonardo Pica Ciamarra attraverso un’intervista col regista Martin Reckhaus, e il linguaggio della grafica e della fotografia nel caso delle elaborazioni di Jack W. Staffaucher e Dennis Letbetter (San Francisco, 1973, 2004, 2006), presentate da David Armando attraverso una conversazione con gli autori e una documentazione dei loro lavori. Ci è sembrato che potesse interessare il pubblico italiano e in particolare gli studiosi di Vico il breve resoconto di queste due esperienze artistiche molto diverse fra loro, con le quali ci è capitato di entrare in contatto; ci piacerebbe anzi leggere queste occasioni d’incontro come un segno della potenzialità dell’ISPF di rappresentare un punto di riferimento per quanti si interessano all’opera vichiana anche in prospettive lontane da quella della ricerca accademica. Conclude la sezione un breve articolo di Paolo La Marca che descrive il fenomeno di una serie di manga giapponesi ispirati a filosofi occidentali: per un verso lo spunto si riallaccia a un interesse per la presenza della filosofia occidentale in Estremo Oriente già esplorato da diverse iniziative dell’ISPF; per altro verso offre un diverso esempio di contaminazione fra filosofia e altri linguaggi, volta, in questo caso, non tanto alla ricerca artistica quanto alla divulgazione (non priva di elementi distorsivi, essi stessi degni d’interesse). In linea con l’attenzione per i rimandi fra filosofia e arti, si è scelto infine di inserire nella sezione “Testi” la riproduzione anastatica dei Varj componimenti stampati a Napoli nel 1719 per le nozze fra Adriano Carafa e Teresa Borghese, noti soprattutto per le poesie di Vico che vi sono contenute ma mai ripubblicati integralmente.

this issue

In this issue of the ISPF-LAB the section “Essays” has a miscellaneous character. The task to reflect researches going on within the Institute falls to an article by Silvia Caianiello on the concept of individual in Rudolf Virchow, followed by the Italian translation of a major conference by Virchow in 1859, where the emphasis on the federal structure of the biological individual clearly supersedes the previous cellular atomism. The contributions that follow are due to two scholars who are, in a different way, frequently connected with the activities of our centre in Naples. Giuseppe D’Anna’s essay describes the resistance provided by the concept of matter by Nicolai Hartmann against any reduction of the world to the laws of thought, and the use that Georg Lukács makes of his ontology in order to counter philosophies which appear to him to be functional to the capitalist society. The essay by Roberto Evangelista focuses on the relationship between human possibility and natural necessity in Baruch Spinoza, in order to demonstrate how the former finds an appropriate and natural self-realization inside the community. The section “Tools” has a more thematic structure. In the previous issue it proposed a survey about the dissemination on the Internet of an apocryphal portrait of Giambattista Vico; now it explores a couple of episodes of the presence of Vico’s work and thought in languages other than the one of the historical and philosophical research: namely the language of the stage in the case of the play “New Science” (New York, 2006), presented by Leonardo Pica Ciamarra through an interview with the director Martin Reckhaus, and the language of graphics and photography in the case of the works by Jack W. Staffaucher and Dennis Letbetter (San Francisco, 1973, 2004, 2006), illustrated by David Armando through a conversation with the authors and a documentation of their creations. A short article by Paolo La Marca describing the phenomenon of a series of Japanese manga inspired to Western philosophers closes the section: the topic is linked on the one hand to an interest for the presence of Western philosophy in Far East that the ISPF has already explored in several initiatives in past years, and on the other hand it allows us to look from a different perspective to the theme of the contamination between philosophy and other languages, which, in this last case, seems not to be moved by artistic purposes, but rather aimed to a quite distorting form of divulgation. The interest in the connection between philosophy and the arts also characterizes the “Texts” section, which includes a facsimile reproduction of the Varj componimenti printed in Naples in 1719 for the wedding of Adriano Carafa and Teresa Borghese, best known for Vico’s poems but never republished in full.


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