Le «borie» vichiane come paradigma euristico. Hybris dei popoli e dei saperi fra moderno e contemporaneo a cura di Rosario Diana - page 48

Paolo Cristofolini
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questa del 1730, come poi in quella del 1744, la fonte storica espli-
citamente citata è un luogo del primo libro della
Biblioteca storica
di Diodoro Siculo, che Nicolini giudica tradotto da Vico in modo
tale da renderlo irriconoscibile, e che meglio di lui Battistini evoca
dandone nel suo commento un frammento di citazione
4
. La fonte,
in realtà, conta moltissimo anche se Vico ne restituisce i concetti
con parole proprie; Diodoro, è vero, non usa parole come “boria”
o affini, ma afferma in chiare lettere, nel libro I in cui parla degli
Egizi, che non soltanto i greci, ma la maggioranza (
pléistoi
) dei bar-
bari hanno avanzato la pretesa di essere i primi ad essere esistiti
come nazione, che i loro monumenti siano i più antichi, e che sia-
no anche i primi scopritori delle arti.
Volendo dunque tirare le fila circa il problema della
boria
dal
punto di vista delle fonti, credo si possa dire con chiarezza, e con
buona pace di Nicolini, che il riferimento classico evocato con pa-
role proprie da Vico, ma più direttamente attinente al contenuto di
cui la
Scienza nuova
carica il concetto, è proprio Diodoro: le espres-
sioni sono diverse, ma l’idea c’è tutta.
Altre fonti, citate o sottintese, vanno prese in considerazione; e
sono quei testi della classicità nei quali Borea, come personaggio
mitico che incarna il vento del settentrione e la sua potenza, com-
pare con i caratteri fisici e psicologici dell’irruenza propria, appun-
to, di quel vento travolgente.
A dire la verità, e nel percorrere i testi della letteratura greca e
latina (sia quelli citati che quelli non citati esplicitamente da Vico),
non è reperibile, se abbiamo visto bene, alcun testo nel quale il
“gonfiare” proprio del vento, sia da leggersi nel senso che Vico in-
tende, dell’aria di importanza che si danno l’arrogante e il superbo.
Qui possiamo limitarci a richiamare l’attenzione su due soli esempi
classici, uno evocato esplicitamente da Vico, l’altro non evocato
ma sicuramente a lui noto e presente.
4
Diod. Sic.,
Bibl. hist
., I, 9, ripreso in
Sn44
, p. 44. Cfr. in proposito F. Nicolini,
Commento storico alla seconda Scienza nuova,
Roma, Edizioni di Storia e Letteratura,
1978, vol. I, p. 37, e G. Vico,
Opere
, a cura di A. Battistini, Milano, Mondadori,
2001
3
, t. II, p. 1500.
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