Le «borie» vichiane come paradigma euristico. Hybris dei popoli e dei saperi fra moderno e contemporaneo a cura di Rosario Diana - page 467

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Boria e tracollo dell’Io
A questo punto dovrebbe risultare sufficientemente chiara la
«massima» fondamentale della filosofia di Geulincx, che rappresenta
uno degli esiti più incisivi dell’introspezione: «non fai ciò, di cui non
sai come si faccia [
quod nescis quomodo fiat, id non facis
31
. Come sarà
più tardi per Vico, anche qui ci troviamo in presenza di un princi-
pio euristico fondato sul
fare
. Mentre, però, nel filosofo napoleta-
no il
verum-factum
(“
posso conoscere
solo ciò che faccio”) rappresenterà
soprattutto il criterio di verità – il che, naturalmente, non solleva
l’autore del
De antiquissima
(1710) dall’obbligo di chiarire il rapporto
fra uomo e Dio sul piano del
facere
e del conoscere –, in Geulincx il
ricorso al
fare
(“
posso fare
solo ciò che conosco”
32
) – di segno invertito
rispetto a quello futuro vichiano – non è tanto importante dal punto
di vista gnoseologico, poiché è soprattutto la via maestra che il pen-
satore imbocca per definire la pochezza ontologica dell’uomo
33
, ri-
spetto alla pienezza della divinità, e demolirne il pregiudizio borioso
che lo induce a credersi causa efficiente attiva nel mondo. Ma, prima
di proseguire, bisogna chiarire che la seconda parte della massima
geulincxiana, il «…di cui non so come si faccia», si riferisce ad una
competenza originaria, non “acquisita” e “a posteriori”, intorno al
fare
unita alla chiara consapevolezza di essere l’effettivo agente del
facere
. In alcuni passaggi, in cui previene obiezioni possibili (o forse
reali, visto che sono brani tratti dalle
Annotazioni
e dalla versione
fiamminga, che potevano tener conto delle discussioni con gli stu-
denti), la posizione di Geulincx in merito è molto chiara:
Il buon fisico, per esempio, può sapere in che modo si facciano gli
effetti naturali; tuttavia
è la natura, e non lui, che li fa
34
.
31
Cfr.
E
, p. 107, nota 1.
32
Per la precisione: di cui conosco il
know how
, come si direbbe oggi.
33
Sull’ontologia geulincxiana in generale cfr. I. Mancini,
Una battaglia contro
la metafisica classica nel Seicento: Arnoldo Geulincx
, in «Rivista di filosofia neo-sco-
lastica», XLIX, 1957, 5-6, pp. 476-500. Sul
verum-factum
in Geulincx
cfr. H.J. de
Vleeschauwer,
De Benedetto Croce a Arnold Geulincx o el criterio “verum est factum”
, in
«Revista de Filosofía», XII, 1953, 44, pp. 259-282, in part. pp. 276 sgg.
34
AE
, p. 192 nota di Geulincx (versione italiana lievemente modificata; cor-
sivi miei).
1...,457,458,459,460,461,462,463,464,465,466 468,469,470,471,472,473,474,475,476,477,...500
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