Le «borie» vichiane come paradigma euristico. Hybris dei popoli e dei saperi fra moderno e contemporaneo a cura di Rosario Diana - page 344

Matteo Palumbo
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so e non dà mai le stesse risposte. Solo nella analisi chimica «tutto
era verità. La cosa da analizzarsi era imprigionata nel provino e,
sempre uguale a se stessa, aspettava il reagente. Quand’esso arriva-
va essa diceva sempre la stessa parola» (
ibidem
). Nella psico-analisi,
al contrario, «non si ripetono mai né le stesse immagini né le stesse
parole». E la vita si può riscrivere e raccontare in un processo in-
terminabile.
4. Il Dottor S. e Zeno fungono da paradigmi contrapposti di due
diversi tipi. Alla loro radicale e costitutiva differenza può conveni-
re la qualifica di forte e inetto, di sano e malato, secondo il modo
di intendere e di definire questi vocaboli nel lessico concettuale di
Svevo. Le categorie di «forte» e di «inetto» non designano un valore
positivo contro uno negativo, ma piuttosto, e fino a un certo pun-
to, tendono a scambiarsi di segno e di funzione. L’energia dei forti,
il loro ordine e la loro chiarezza, è anche, da un altro punto di vista,
una semplificazione di processi più complicati, mentre la passività
degli inetti, il continuo sognare che li contraddistingue, sotto un
altro aspetto, sono condizione del desiderio e della vita in perenne
divenire: «il sogno porta lontano e non in linea retta − scrive uno
Svevo giovane − mentre la persona conseguente a sé stessa si mo-
ve in uno spazio più ristretto e simmetrico»
10
. Nell’articolazione di
questo sistema oppositivo, «salute» e «malattia», «forza» e «debo-
lezza» non vanno assunti come termini assoluti, quanto piuttosto
come parti di una relazione mobile e fluida, nella cui logica soltan-
to essi possono essere compresi. D’altra parte, come è stato scritto,
«i termini in Svevo non sono mai propri, sempre in qualche modo
abusivi, precisamente delle catacresi: nomi adoperati in mancanza
10
La citazione è tratta da
Echi mondani. Il fumo
, in I. Svevo,
Teatro e saggi
, ed.
crit. con apparato genetico e commento di F. Bertoni, saggio introduttivo e
cronologia di M. Lavagetto, Milano, Mondadori, 2004, p. 1088. Sul senso di
questo testo per intendere la storia intellettuale di Svevo cfr. le osservazioni di
M. Lavagetto,
Il romanzo oltre la fine del mondo
, introduzione a I. Svevo,
Romanzi
e “continuazioni”
, cit., pp. XVIII sgg. Qui e altrove l’introduzione di Lavagetto è
assolutamente fondamentale per intendere i presupposti del romanzo sveviano.
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