Le «borie» vichiane come paradigma euristico. Hybris dei popoli e dei saperi fra moderno e contemporaneo a cura di Rosario Diana - page 342

Matteo Palumbo
342
proprio passato. Al massimo, può utilizzare, in sostituzione, il nome
neutro e materiale di «manoscritto», assunto anche nella riduzione
minimalista e ironica di «libercolo». In ogni caso, tuttavia, la defi-
nizione che egli privilegia contrasta visibilmente con la qualifica di
«memorie» adottata dal dottor S. sulla soglia stessa del romanzo:
Oggi ancora la mia idea mi pare buona perché mi ha dato dei risultati
insperati, che sarebbero stati maggiori se il malato sul più bello non si
fosse sottratto alla cura truffandomi del frutto della mia lunga paziente
analisi di queste memorie» (p. 625).
Nella stessa prefazione il Dottor S. si serve anche dei termini
«novella» e «autobiografia». Come osserva Mario Lavagetto, «non è
soltanto la sua scarsa familiarità coi generi letterari a essere messa in
causa, è anche l’oggettiva resistenza a ogni classificazione dei mate-
riali che si trova tra le mani»
8
. Questo termine (
memorie
), infatti, desi-
gna tendenzialmente una ricostruzione obiettiva, prevalentemente
documentaria, dentro i cui margini si può separare, con qualche
criterio sicuro, la verità dalla menzogna. Questa è la prospettiva fi-
duciosa, alla cui norma si ispira la scienza del dottor S.. Al contrario,
l’autodefinizione di «confessioni» suggerisce cautamente l’ipotesi di
un racconto più libero, incompleto, parziale, perfino umorale, che
rinuncia a qualunque pretesa di un’impeccabile ricostruzione di fatti
e di una stabilità di giudizi. Proprio da questi presupposti deriva
lo statuto strutturalmente lacunoso, forzatamente imperfetto e in-
completo, involontariamente menzognero
9
del racconto di Zeno.
Al Dottor S., che gli rimprovera di aver trascurato di parlare
di «un grandioso deposito di legnami [...] appartenuto alla ditta
Guido Speier & C.» (p. 1060), Zeno ribatte:
se ne avessi parlato sarebbe stata una nuova difficoltà nella mia
8
M. Lavagetto,
La cicatrice di Montaigne. Sulla bugia in letteratura
, Torino, Einau-
di, 2002, p. 219.
9
Su Zeno e la menzogna il rinvio è allo studio ormai classico di Mario Lava-
getto, citato nella nota precedente.
1...,332,333,334,335,336,337,338,339,340,341 343,344,345,346,347,348,349,350,351,352,...500
Powered by FlippingBook